Santippe, altro che bisbetica. Tributo di Lella Costa alla Valeri

Stasera al Chiostro di via Rovello

Lella Costa

Lella Costa

Milano, 31 luglio 2020 - È ricordata come una delle donne più bisbetiche che si siano mai conosciute. Povera Santippe! Che in realtà ha avuto ben poche occasioni per difendersi. Nulla si sa infatti della moglie di Socrate. Se non per un paio di frammenti che le dedicano le malelingue. Lo storico Diogene Laerzio scrive ad esempio di quando, rabbiosa, scagliò contro il marito un vaso da notte esclamando «Non dicevo che il tuono di Santippe sarebbe finito in pioggia?». Che comunque rimane una grande battuta. Mentre il filosofo Antistene rivolgendosi a Socrate affermò: «Perché (…) te ne stai con una donna la più fastidiosa, credo, di quelle che sono, furono e saranno?». Evidentemente anche a quei tempi, il carattere era subito etichettato come caratteraccio, quando si parlava di donne. 

Ma per fortuna in suo aiuto è corsa Franca Valeri. Che in uno dei suoi testi più famosi, ha voluto dare uno sguardo diverso alla faccenda. «Mi incuriosiva l’idea di sfatare questa leggenda che Santippe fosse solo una specie di bisbetica – racconta l’autrice –. Io ne faccio una moglie come tante, con una vita quotidiana piena di alti e bassi, una donna forte e intelligente che del marito vede anche i tanti difetti». Questo lo spirito de “La vedova Socrate”, monologo del 2003, inizialmente portato in scena dalla stessa attrice milanese e poi ripreso in svariate occasioni. Come succede anche stasera al Chiostro di via Rovello con protagonista Lella Costa, ospite della stagione estiva del Piccolo. Un dichiarato omaggio il suo. Che proprio oggi Franca Valeri compie cento anni. Chissà se avrà voglia di arrivare fino in platea. Certo è particolarmente forte il legame fra le due artiste.

Una visione comune del mondo la loro. Ironica e lucidissima. Come si vede anche in questo testo liberamente ispirato a «La morte di Socrate» di Dürrenmatt, qui per la regia di Stefania Bonfadelli, figlia della Valeri. Sul palco la versione di Santippe: le preoccupazioni quotidiane, gli alti e bassi coniugali, i problemi causati dagli amici del marito. Sembra un film di Truffaut. Che poi gli amici sono proprio un bel gruppetto di buoni a nulla: si va da Aristofane ad Alcibiade, passando per Platone, il peggiore di tutti. Allievo prediletto, in realtà pare interessato solo ad appropriarsi delle idee del maestro, trascritte fedelmente nel Dialoghi. Quasi quasi vien da chiedergli i diritti d’autore. O forse è meglio scrivere a propria volta un nuovo dialogo, con protagoniste finalmente le donne? Debutto stasera alle 21.30, anche in diretta video a Mare Culturale Urbano. Poi in replica fino a domenica. Ingresso: 5 euro. In caso di pioggia ci si sposta in sala al Teatro Grassi.

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