Milano, tra panni stesi e chiacchiere si torna a sorridere con i Legnanesi

Dal 5 al 30 gennaio sul palcoscenico del Teatro RePower di Assago, dove ci si era interrotti

I Legnanesi

I Legnanesi

Milano -  Su e giù di corsa, attraverso i secoli. Che ormai la Famiglia Colombo si fa un baffo perfino del tempo e delle sue regole. Dalle sale del Louvre al Cinquecento di Leonardo Da Vinci. Passando per Michelangelo, la Parigi d’inizio Novecento, un paio di guerre mondiali. Ma tanto alla fine ci si ritrova sempre lì, nel cortile dei Legnanesi. Fra le chiacchiere dei vicini e i panni stesi sulle ringhiere. È un viaggio coloratissimo "Non ci resta che ridere", dal 5 al 30 gennaio sul palcoscenico del Teatro RePower di Assago. Proprio dove ci si era interrotti. Due anni fa. Meglio non pensarsi.

Un testo di Mitia Del Brocco e Antonio Provasio, quest’ultimo anche alla regia oltre che in scena con Enrico Dalceri e l’ultimo arrivato Lorenzo Cordara. Dettagli. Perché in realtà la ricetta è sempre la stessa dal 1949, ovvero da quando la compagnia nacque all’oratorio di Legnanello grazie a un’idea dell’indimenticato Felice Musazzi: un baule di risate e lo scintillare della rivista, per un teatro popolare en travesti dove il dialetto è considerato lingua ufficiale. Da allora più di settant’anni di successi. Ogni stagione con numeri da capogiro al botteghino.

"Ci è mancata moltissimo l’atmosfera del Teatro RePower, dove ci sentiamo a casa, e del suo meraviglioso pubblico che ci ha accolto sempre con straordinario entusiasmo – sottolineano i Legnanesi –. Siamo felici di tornare su questo palcoscenico con tutto il cast al completo, attori, boys, tecnici sfavillanti più di sempre, e insieme a tutti gli spettatori che scelgono in sicurezza di andare a teatro consapevoli di quanto il settore dello spettacolo dal vivo abbia già sofferto e continui a soffrire per le conseguenze della pandemia. Oggi più che mai, andare a teatro assume un significato ancora più importante, a sostegno dell’intero comparto".

Insomma, detta così non solo ci si va a divertire ma si compie pure un’opera di bene. Certo lo spunto questa volta è parecchio buffo. Visto che i Colombo si sono messi in testa di rubare la Gioconda. O meglio: di riportarla in Italia. Solo che appena uno si avvicina alla Monna Lisa scatta il sortilegio. E così Mabilia, Teresa e il Giovanni si ritrovano improvvisamente catapultati a inizio Cinquecento, come peraltro lasciava immaginare la citazione del titolo... Battute, guai, fraintendimenti. Prima di rimettere tutto a posto e di ricordarsi l’importanza dei valori della famiglia. Fra il primo tempo e il secondo, spazio anche al consueto quadro di rivista, qui dedicato alla Tour Eiffel e ai suoi immaginari. Seguito addirittura da un omaggio a "Mamma" di Beniamino Gigli e Claudio Villa. Anno 1940. Sempre impressionante la qualità artigianale del progetto. Mentre i boys portano in scena tutta la loro energia, guidati dalle coreografie di Valentina Bordi. Inconfondibili i Legnanesi. Qui con due ore di puro spettacolo che terminano in smoking. Così, giusto per ricordarsi un attimo quanto si possa ancora essere belli e festaioli. Insieme.  

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