Gemitaiz torna live: "Sono un vero rapper di strada"

All’anagrafe Davide De Luca, uno dei principali esponenti dell’hip hop, si esibisce con la band dalla Terrazza Martini

Gemitaiz

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Milano - Live con vista per Gemitaiz dal grattacielo di Piazza Diaz. Nell’attesa di planare il 28 febbraio al Forum assieme a MadMan, il rapper romano si regala giovedì prossimo un concerto in streaming alle 19.30 dalla Terrazza Martini, proseguendo così quella serie di appuntamenti “a distanza” che ha visto protagonisti lo scorso anno pure Coma_Cose, Boss Doms, Nitro e Chadia Rodriguez. "Nell’ultimo anno sono stato protagonista di un paio di esibizioni live, ma erano cose televisive di pochi minuti e, per quanto live, non le ho percepite come tali", ammette Gemitaiz, all’anagrafe Davide De Luca, 32 anni. "Stavolta, avendo più tempo a disposizione, ho pensato di esibirmi con una band. Non so se me la sarei sentita di fare tutto da solo con un dj come mi capitava da ragazzo". Cosa avete preparato? "Ci saranno non solo cose dell’ultimo mixtape ‘QVC9’, ma anche tracce di 5-6 anni fa. Non sarà una classica band da rap, ma avrò pure chitarra, basso, fiati, con diversi pezzi riarrangiati". La coerenza è sempre stato uno dei suoi punti di forza. "Per me sta nel rappresentarsi sempre esattamente come si è in quel dato momento. Quindi né parlare di soldi, donne e auto quando hai 17 anni e, in realtà, vivi ancora in casa coi tuoi, né fare il poveraccio quando sei arrivato". Qual è il ruolo del personaggio pubblico. "Dire quello che pensa. Davanti al razzismo è giusto che faccia sentire la mia condanna, perché è la cosa più sbagliata del mondo, e così davanti a chi in politica promuove pensieri politici e umani non condivisibili". In un brano diceva che avrebbe smesso di arrabbiarsi quando il rap le avrebbe permesso di pagarsi la spesa e l’affitto. È andata così? "Al tempo la rabbia era legata al bisogno di trovare uno spazio per farmi sentire. La rabbia non è passata, ha solo cambiato natura. Penso che non debba passare mai e che a tenere teso il filo ci debba essere sempre il timore che tutto questo finisca". Qual è la strada da seguire oggi? "Se vuoi fare il rapper non andare ad Amici o a X-Factor, perché il posto del rap è la strada ed è meglio forse essere giudicati da un sedicenne che da un giudice di talent show. Nel rap essere veri è l’unico compromesso". Con chi le piacerebbe incrociare esperienze? "All’estero ce ne sono tanti, da Lana Del Rey a Young Thug o Eminem. In Italia dico Tiziano Ferro, Neffa, ma anche grandi interpreti come Giorgia. Quando a Sanremo ho visto Gigliola Cinquetti, mi sono commosso. Mi piace pure Morandi, suo figlio (Tredici Pietro - ndr) è un mio fan accanito".  

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