La Sacrarmonia di Antonella Ruggiero: "Quanta vita dietro questi brani"

Il progetto sulla trascendenza approda a Montevecchia. Poi 10 spettacoli diversi in due mesi e un futuro in scena

Antonella Ruggiero impegnata da tempo nel riproporre la musica sacra

Antonella Ruggiero impegnata da tempo nel riproporre la musica sacra

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Alla ricerca di una colonna sonora dell’anima capace di elevare l’orecchio e lo spirito dai languori dei tempi, Antonella Ruggiero ritrova La Musica dei Cieli con Sacrarmonia, il progetto messo in strada per indagare sul bisogno di trascendenza del Terzo Millennio portato finora in più di cento chiese e teatri d’Europa. Due gli appuntamenti col pubblico della rassegna: dopo l’Abbazia Santa Maria di Morimondo la prossima tappa sarà il 25 luglio, alle 18, alla Cascina Butto di Montevecchia. In entrambe le situazioni con l’accompagnamento di Adriano Sangineto a clarinetto e arpa celtica, e del marito Roberto Colombo a vocoder, basso synth e organo liturgico.

Antonella, ha inciso «Luna crescente - Sacrarmonia» con l’Arkè Quartet nel 2001. Come s’è evoluto nel tempo questo spettacolo? "Abbiamo aggiunto brani, scoprendone sempre di nuovi e stupendoci di quanto ampio sia il bagaglio di musica sacra, e quanta vita, quante storie, quanti racconti, certi brani si portino dietro arrivando anche a genti e culture diverse. Penso, ad esempio, alla composizione di un anonimo migrante siciliano del Settecento divenuta, col titolo di ‘O du fröhliche’, il più importante motivo natalizio tedesco".

Il 6 e 7 luglio sarà pure al Cortile Santa Chiara di Brescia con «Mater». "Sì un viaggio di musica e recitato con Lucilla Giagnoni, Roberto Olzer, e Colombo".

Il 29 luglio l’aspetta, invece, il Teatro Naturale di Villa Litta, a Lainate, con «Arpeggio elettrico». "Altro progetto con Colombo e Sangineto, ma se con programma molto diverso da quello di Sacrarmonia, che abbiamo varato pochi giorni fa al Teatro Romano di Verona".

«Concerto Versatile» è il concerto che propone invece il 28 agosto a Borgo Virgilio. "Riprendo brani legati al mio cammino personale per reinterpretarli con nuovi arrangiamenti aderenti alle mie corde attuali. Ma il percorso abbraccia pure il cantautorato e il repertorio degli anni Trenta-Quaranta".

Questa estate non le provoca un po’ di disorientamento girare l’Italia con dieci spettacoli diversi? "Neanche un po’. È proprio ciò che voglio. Se facessi sempre le stesse cose, mi verrebbe l’angoscia e troverei questo lavoro insopportabilmente noioso. Sarò pazza? No, non credo. Mi sento come quegli attori che a teatro, per non cadere nella routine, si scambiano i ruoli ogni sera".

Come vede il suo futuro? "In scena. Inediti da parte ce ne sono, ma non ho fretta di metterli in un album. Potrebbero anche diventare parte di un lavoro teatrale, chissà. Diamo tempo al tempo".

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