Milano, grande evento alla Fondazione Prada: "Dolor y gloria" con Almodóvar in sala

Il grande regista inaugura stasera "Soggettiva". Apertura con il suo ultimi film. Poi due mesi di proiezioni con titoli "di altri" scelti dal maestro spagnolo

Almodovar

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Milano, 1 giugno 2019 - Alla sensibilità e ai temi di un autore ci si avvicina anche con i film che ha amato e visto e rivisto. È Pedro Almodóvar il protagonista del quinto appuntamento di “Soggettiva” (dal 2 giugno al 28 luglio), l’invito di Fondazione Prada a cineasti del mondo a condividere col pubblico i film prediletti (l’ultimo, nei mesi scorsi, Nocolas Winding Refn) e una manciata dei titoli più importanti diretti o soltanto prodotti.

Ci sarà Pedro a inaugurare (questa sera alle 21 al cinema della Fondazione) i due mesi di proiezioni, con “Dolor y gloria”. Già in sala in Italia, questo dolce e tormentato sguardo al passato, alla madre, al primo turbamento erotico, alla scoperta del cinema come bisogno e resistenza, ha conquistato sabato scorso la Palma d’oro al protagonista Antonio Banderas, un premio, si è detto, che ancora una volta (dopo “Tutto su mia madre” e “Volver”) lascia Almodóvar nel «deseo» inappagato di un pieno riconoscimento con la Palma al miglior film, da aggiungere in vetrina accanto all’Oscar per il miglior film straniero.

Sono tutti spagnoli, alcuni censurati nel periodo della dittatura, gli otto titoli che Almodóvar ha scelto per la “Soggettiva”, occasione per molti di incontrare film che pochi, o quasi nessuno, hanno visto, come “Peppermint” di Carlos Saura, “Lo spirito dell’alveare” di Victor Erice, “Furtivos” di José Borau, e altri titoli di Amenabar, Berlanga, Zuleta (il programma completo su fondazioneprada.org/project/) «Quando ho scelto gli otto titoli spagnoli - ha detto Almodòvar - ho cercato di includere film che hanno superato la prova del tempo dimostrando un valore artistico permanente, un gruppo di opere che non ha mai potuto superare i confini spagnoli, comunque non tutte e non per un pubblico ampio. Parliamo in gran parte di film capaci di scegliere una loro strada tra le assurde censure imposte al Paese dalla Chiesa Cattolica a quei tempi». A completare la “Soggettiva Almodóvar”, l’occasione di rivedere alcuni tra i ventidue lungometraggi finora scritti e diretti fin qui dal regista 70enne, da “La legge del desiderio” a “Donne sull’orlo di una crisi di nervi”, «Che cosa ho fatto io per meritami questo?»...

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