Le zone della movida più rumorose? Ecco la classificazione

Il Comune: servirà a indi viduare le zone più rumorose. Il Comitato Lazzaretto: solo buone intenzioni, servono provvedimenti anti-caos

Movida milanese

Movida milanese

Movida fracassona, quartieri nel caos, residenti disperati. Quante volte abbiamo usato queste parole negli ultimi mesi, da quando la vita è tornata quasi alla normalità dopo l’emergenza Covid-19 e il popolo della notte è ricomparso per le strade? Tante. In alcune aree dove ormai i locali imperversano, come il cosiddetto Rainbow District di via Lecco e strade limitrofe, gli abitanti esasperati, riuniti nel Comitato Lazzaretto, hanno avviato un causa civile per chiedere "il risarcimento danni al Comune per i danni subiti in questi anni". Linea dura.

Una delle accuse principali rivolte dai residenti di via Lecco all’amministrazione è consentire decibel fuori controllo nelle strade della movida a causa della presenza di locali con clienti che bivaccano all’aperto. Ma qualcosa potrebbe cambiare. La Giunta di Palazzo Marino giovedì ha approvato una delibera che avvia l’iter per l’aggiornamento della Classificazione acustica del territorio del Comune di Milano. Un aggiornamento necessario, visto che la precedente classificazione risale al 2013. Nel corso degli ultimi nove anni sono state tante le trasformazioni urbane avvenute, ad esempio la dismissione e riconversione di aree industriali, la realizzazione di nuovi parchi e giardini, i nuovi insediamenti residenziali nonché le modifiche del tessuto commerciale, dei servizi e delle infrastrutture di trasporto pubblico e privato.

È cambiata anche la mappa della movida milanese, con zone che prima non avevano locali e che oggi, invece, fanno a gara con Navigli, Arco della Pace e corso Como nell’attirare il popolo della notte. "Grazie alla classificazione acustica – spiega l’assessora all’Ambiente Elena Grandi – avremo a disposizione uno strumento strategico aggiornato per capire quali aree sono da salvaguardare, quali presentano livelli di rumore accettabili, quali sono a rischio, dove è permesso lo sviluppo di attività rumorose e dove è necessario programmare interventi di risanamento ambientale, a tutto vantaggio di una crescita di qualità degli standard di sostenibilità urbana".

Tra gli obiettivi perseguiti dalla nuova classificazione acustica ce ne sono due – definire i valori limite di rumore sul territorio comunale e fornire una base per programmare interventi e misure di controllo o riduzione dell’inquinamento acustico – che potrebbero risolvere i problemi nelle aree della movida più fracassona. Ma è meglio usare il condizionale.

La portavoce del Comitato Lazzaretto Elena Montafia è scettica sull’efficacia della classificazione acustica contro la malamovida. In primis la residente ricorda che, dopo il via libera in Giunta, la delibera dovrà essere approvata anche in Consiglio Comunale ("vedremo cosa succederà"). Subito dopo, aggiunge: "La zonizzazione dovrebbe servire a mappare correttamente e stabilire limiti coerenti, ma noi viviamo con 85 decibel in piena notte e nessun documento potrà mai renderlo lecito e sopportabile. Quindi, al di là delle buone intenzioni enunciate, la situazione è nota da anni e da anni non sono stati presi provvedimenti. Anzi, si è promosso un modello di sviluppo economico, sociale e urbano che ha mostrato tutti i suoi limiti. Essere ottimisti è piuttosto difficile".

Critico sulla delibera comunale anche l’assessore regionale alla Sicurezza Riccardo De Corato, ex vicesindaco ed esponente milanese di Fratelli d’Italia: "In pratica, verranno mappate le zone della città e le attività per individuare dove sono riscontrabili livelli di rumorosità ambientale superiori ai valori limite. Questo annuncio mi sembra davvero comico. Invece di pensare a nuovi studi e teorie, agli assessori del Comune basterebbe andare nelle zone della movida la sera. Lo spettacolo che avrebbero davanti sarebbe molto eloquente: schiamazzi e urla di ubriachi, balordi, risse, gente che balla per strada con musica a tutto volume".

 

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