Su una cosa hanno concordato tutti nella giornata, particolarmente intensa, degli Stati generali della Cultura organizzati dal Sole24Ore ieri nel quartier generale della Pirelli. E cioè che fare informazione di qualità, nella società digitale, ha un costo. Ed è questo il punto: l’intelligenza artificiale non può sostituire la professionalità del giornalista, semmai può e deve essere al suo servizio. Solo che tutto ciò va sostenuto poiché, ha aggiunto Francesco Siddi presidente di Confindustria radio-tv, nel corso del focus con i direttori Agnese Pini (Qn, Il Giorno, Il Resto del Carlino e La Nazione), Luciano Fontana (Corriere), Paolo Liguori (Tgcom24) e il manager Federico Silvestri (24 Ore), "per fare informazione con una visuale di contesto servono risorse e quello delle risorse economiche è un tema con cui si deve fare i conti: dobbiamo costruire un modello che funzioni".
Parole chiare che certo non nascondono una forte critica su quello che potrebbe diventare un ulteriore aggravio per i conti delle aziende editoriali se diventerà reale l’ipotesi di una web tax, fin qui pagata solo dai giganti sovranazionali, ma che sarebbe estesa dalla Finanziaria a chi ha soglie di ricavi più basse. Siddi ha ricordato di avere scritto come associazione confindustriale al governo, insieme alla Fieg, sottolineando che il possibile incremento dell’imposta sui servizi digitali digitali desta forte preoccupazione proprio per l’impatto potrebbe avere sui bilanci delle imprese editoriali italiane.
Non è andato certo giù leggero Silvestri, dg Media & Business Gruppo 24 Ore e ad 24 Ore Eventi, che ha parlato di "effetto paradosso" della regolamentazione che si ritorce sulle aziende editoriali italiane: "Le imprese vanno sostenute non con la dazione di denari a vuoto; dateci delle leggi, una posizione fiscale giusta. Dateci strumenti per cambiare il nostro modello" ha concluso invocando una rapida riforma della web tax.
Tornando all’intelligenza artificiale, il presidente della Siae Salvatore Nastasi non si è detto contrario all’IA premettendo che "certo migliorerà la qualità della vita" ma "dobbiamo tutelare al massimo la proprietà intellettuale". Da più parti c’è preoccupazione circa l’eventuale uso "scellerato" dell’intelligenza artificiale. Ma il progresso non si ferma, è necessario stare al passo delle tecnologie.
St.Con.