Volta in piazza contro le scritte razziste E gli studenti chiedono scuole decenti

Giornata di proteste studentesche, tra iscrizioni che rimandano al suprematismo bianco e “bike strike“ "É necessario che il governo stanzi fondi per ricostruire i nostri istituti dalle macerie lasciate dai tagli"

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Uno striscione con scritto "meglio sporchi bianchi che senza terra" firmato dal gruppo “Rete studentesca“ e altri volantini affissi sulle pareti esterne della scuola ad opera del movimento “Blocco studentesco“. È quanto hanno trovato gli studenti del liceo scientifico Volta arrivando in via Benedetto Marcello. Ferma e immediata la condanna da parte del collettivo: "Non accettiamo striscioni e volantini di estrema destra. Quanto hanno scritto si riferisce al fatto che sia meglio essere fascisti che immigrati secondo loro. Sono vomitevoli", rimarcano. I primi volantini sono comparsi venerdì 15 ottobre, in risposta gli studenti del liceo dopo averli strappati avevano organizzato per il lunedì successivo un volantinaggio di sensibilizzazione sui temi dell’antifascismo.

Ma proprio lunedì sono comparsi all’esterno della scuola altri manifesti. L’epilogo della storia porta a ieri con lo striscione firmato dal gruppo di giovani di “Rete studentesca“ che sui social si definiscono "studenti del facta non verba" e "studenti italiani". "Ci sono ragazzi che ora hanno paura ad andare a scuola non sapendo quello che potrebbe accadere nei loro confronti – hanno aggiunto dal collettivo -. Non accetteremo ricatti. Noi saremo sempre dalla parte giusta, non abbiamo cacciato chi stava volantinando dei due gruppi di estrema destra ma risponderemo loro con un presidio lunedì prossimo dalle 14.30 davanti alla scuola". Intanto gli studenti del collettivo nel momento dell’ingresso "ritenendo più saggio aspettare" hanno preparato e tenuto in mano uno striscione con scritto "Volta antifascista, ora e sempre resistenza". Sull’onda delle proteste, la giornata prosegue con un’azione dei Fridays for future davanti alla sede di JP Morgan in piazza Cordusio.

Alcuni manifestanti hanno bloccato l’ingresso che porta agli uffici con del nastro segnaletico e uno striscione in cui accusano la JP Morgan per gli investimenti in combustibili fossili. "JP Morgan non uccide solo il nostro pianeta, ma è coinvolto nell’uccisione di migliaia di persone. JP Morgan è una delle banche armate che continuano a investire nella produzioni di armi e bombe, facendo profitto su guerre, sofferenze, morte e distruzione", accusano i manifestanti. Sempre in occasione del “bike strike“ dei Fridays for future, l’Unione degli studenti ha organizzato un’azione davanti alla sede della Città Metropolitana per protestare contro la condizione in cui versano alcuni edifici scolastici, e per i fondi "irrosori" del Pnrr stanziati per l’edilizia. "Il 19 novembre scenderemo in piazza in tutta Italia e a Milano perchè è necessario ricostruire questa scuola di macerie", esortano gli studenti, mentre simbolicamente ricostruiscono una scuola posando alcuni mattoni uno sull’altro.

Federico Dedori

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