NICOLA PALMA
Cronaca

Medico di guardia a Milano abusa delle pazienti. Il racconto delle vittime: “Ero come pietrificata”

Arrestato un quarantenne residente a Varese. Quattro gli episodi accertati tra San Giuliano, Bande Nere e Santa Giulia

L'ingresso della sede che ospita la guardia medica a San Giuliano

Milano – I racconti delle vittime descrivono uno schema fisso, che si sarebbe ripetuto almeno in quattro occasioni in dieci mesi. Identiche pure le reazioni delle donne, sotto choc per quelle visite così invasive: una di loro ha detto di essere rimasta "quasi pietrificata" dopo l’accaduto; un’altra ha attraversato un periodo di depressione e insonnia; un’altra ancora è stata costretta a ricorrere ai tranquillanti e a un percorso psicologico per superare il trauma. Le loro parole, messe a verbale nelle denunce presentate ai carabinieri, hanno portato a un’inchiesta dei militari della Compagnia di San Donato e degli agenti della sezione di polizia giudiziaria della Procura di Milano che si è conclusa nei giorni scorsi con l’arresto di Erick N.A., medico quarantenne nativo del Camerun e residente a Varese.

L’uomo è finito ai domiciliari, in esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale di Lodi Giuseppe Pighi. Sì, perché il primo episodio è avvenuto il 7 gennaio scorso a San Giuliano Milanese, territorio di competenza del Tribunale di Lodi. Quel giorno, una donna si è recata nell’ambulatorio di assistenza di continuità territoriale per un forte dolore allo stomaco e lì è piombata nell’incubo: il camice bianco l’ha fatta stendere sul lettino e l’ha palpeggiata nelle parti intime. La donna non ha opposto resistenza perché "supponeva che quella fosse una pratica medica usuale per la patologia da lei sofferta". Poi, però, il suo medico di base le ha spiegato che così non era, escludendo che "in un ambulatorio di guardia medica si potessero effettuare visite del genere". Di conseguenza, la donna, sostenuta dai familiari, si è rivolta ai militari. "Il racconto della persona offesa – annota il gip – è scevro da contraddizioni e altri elementi che ne possano inficiare la genuinità, dovendosi ritenere che lo stesso – proprio in forza della sua intrinseca linearità – sia assolutamente credibile".

Il secondo caso è avvenuto il 4 marzo nell’ambulatorio di via Monte Palombino, a Santa Giulia: la vittima ha segnalato quanto successo prima all’Urp dell’Ats e poi ai carabinieri. Il terzo episodio è datato 20 agosto: una ragazza si è rivolta al quarantenne camerunese, in servizio quel giorno in piazzale Bande Nere, per curare mal di pancia e nausea ed è stata palpeggiata: "La parte offesa – si legge negli atti – ha poi affermato di essere stata interessata da episodi depressivi e da insonnia". E arriviamo alle 21.45 del 26 ottobre, quando una donna si è presentata alla guardia medica di San Giuliano Milanese per una visita di controllo, "avendo la tachicardia da diversi giorni". Anche lei, purtroppo, sarebbe finita nel mirino di N.A. "Il quadro indiziario – riflette il giudice nel provvedimento – circa la commissione di atti sessuali contro la volontà delle persone offese a opera dell’indagato emerge in tutta la sua gravità".

Il gip ha ravvisato la sussistenza del pericolo di reiterazione del reato: "La circostanza, poi, che le condotte si siano realizzate in studi sempre differenti dell’area della Città metropolitana di Milano (e quindi con un’utenza potenzialmente vastissima) non fa che corroborare l’assunto circa la pericolosità del soggetto nei confronti delle giovani utenti del servizio".