La violenza corre lungo la pista ciclabile: donna aggredita e violentata

Affiancata sul Naviglio da un 25enne italiano in bici che prima l’ha spinta a terra e poi ha abusato di lei

Violenza sulle donne

Violenza sulle donne

Milano, 30 giugno 2020 - Aggredita sessualmente mentre era in sella lungo la pista ciclabile. Un giovane l’ha affiancata, le ha messo una mano su un seno e l’ha spinta a terra dove, tenendola ferma, ha compiuto su di lei atti sessuali prima di lasciarla sotto choc e scapparsene anche lui su una bici. È successo sabato sera lungo la ciclabile del Naviglio Grande alle porte della metropoli, all’altezza di Trezzano. La donna, 48 anni, aveva finito un turno di lavoro a Corsico e stava tornando verso casa a Gaggiano prima delle dieci di sera, in sella alla sua bici da donna di color verde. Poco prima aveva incontrato sulla pista alcuni gruppi di ragazzi che andavano nella sua stessa direzione, ma lungo tutto il tragitto non aveva mai avuto la sensazione di essere seguita.

Di lì a poco, però, qualcuno l’ha affiancata in bici, si è sentita toccare il seno sinistro e si è voltata. "Ho visto un uomo sui 25-30 anni che parlava italiano" e che voleva farsi toccare i genitali, ha messo a verbale la donna nella sua denuncia ai carabinieri. Al suo rifiuto, il giovane l’ha spinta a terra con forza sul ciglio della pista. Con un braccio la teneva ferma e con l’altro si era abbassato i pantaloni. "Ho reagito tirandogli i capelli, gli ho morso un dito, gridavo aiuto", ha raccontato. Nessuno deve aver sentito però, o comunque nessuno si è fermato.

Il ragazzo nel frattempo s’era buttato sopra di lei e ne aveva abusato sessualmente mettendole le mani nelle parti intime e poi aveva iniziato a toccarsi da solo. Alla fine si era rialzato e se n’era andato con la sua bicicletta verso Trezzano, mentre Gabriella era rimasta lì senza parole, per terra insieme alla sua bicicletta, nemmeno la forza di fermare un paio di persone che erano passate di lì e devono per forza averla vista sotto choc ma non hanno fatto una piega.

Dopo un po’ la donna è riuscita a rialzarsi, ha tirato su anche la bici e tutta tremante si è avviata verso casa dove finalmente ha raccontato al telefono la sua pessima avventura alla sorella. Insieme sono poi andate in caserma. Si è anche riconosciuta nelle immagini di una telecamera vicina al luogo in cui è stata aggredita, ma per il momento non è stata in grado di riconoscere il suo violentatore. Lungo la pista ciclabile intorno all 22 di tre giorni fa, però, qualcun altro ciclista potrebbe ricordare di aver incrociato un giovane con capelli e occhi castani, fisico esile sui 70 chili, nessun tatuaggio visibile, addosso una maglietta bianca con disegni. Gli investigatori ci sperano.  

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