Omicidio di Villa Litta, scagionato l'ucraino: la morte di Marilena resta un giallo

Dopo un anno dalla sua iscrizione nel registro degli indagati è stata chiesta l'archiviazione. La Procura pronta a chiedere una proroga delle indagini

Polizia scientifica al lavoro al parco Villa Litta

Polizia scientifica al lavoro al parco Villa Litta

Milano, 15 novembre 2018 - Era stato iscritto nel registro degli indagati perché all'inizio delle indagini alcuni elementi, tra cui i racconti di fonti confidenziali, avevano portato a sospettare che fosse stato lui ad aver ucciso Marilena Negri, la 63enne trovata cadavere nel Parco Villa Litta, a Milano, colpita con una coltellata al collo all'alba del 23 novembre 2017, mentre portava a spasso il suo cane. Ora, dato che l'uomo, un ucraino, è risultato totalmente estraneo dopo tutti gli accertamenti, la Procura ha deciso di chiedere per lui l'archiviazione e, nel frattempo, è pronta a chiedere anche una proroga delle indagini sull'omicidio rimasto irrisolto da quasi un anno.

Mesi fa erano state rilevate due diverse tracce di Dna sul collo e sulla borsetta della vittima e il pm Donata Costa aveva disposto una serie di comparazioni di profili genetici, nell'ambito delle indagini condotte dalla Squadra Mobile. L'inchiesta proseguirà proprio ripartendo, ancora una volta, da quelle tracce genetiche nella speranza anche che altri elementi possano portare ad individuare il killer. La sagoma dell'omicida, tra l'altro, era stata immortalata dalle telecamere incrociate lungo il percorso che lo aveva portato al parco nel quartiere Affori: indossava un giubbotto bicolore (blu e verde) e aveva il cappuccio tirato su fino a rendere irriconoscibile il volto.

L'autopsia ha accertato che la donna, colpita con una coltellata, è morta per una lesione alla carotide. In un primo momento, si era ipotizzato che l'assassino avesse sottratto alla donna una catenina, ma poi i familiari l'hanno ritrovata nella sua abitazione. Resta, comunque, l'ipotesi dell'omicidio a scopo di rapina. Qualcuno aveva raccontato agli investigatori che quell'ucraino, senza regolare permesso di soggiorno e che viveva in zona Affori, aveva proprio provato a vendere una catenina. Tutte le indagini, poi, comprese le intercettazioni e il sequestro a suo carico di un coltello e di alcuni giubbotti, hanno escluso sue responsabilità nell'omicidio.

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