Via Bolla, il piano per lo sgombero "Mappa patrimoniale degli abusivi"

Vertice in Prefettura dopo gli scontri tra abitanti: monitoraggio continuo di forze dell’ordine e ghisa. Accertamenti della Finanza sugli irregolari e Servizi sociali in campo. Poi via a demolizione e restyling

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di Nicola Palma

Una mappatura approfondita che farà da prologo al via libera definitivo allo sgombero. Uno screening dettagliato delle persone che occupano abusivamente gli alloggi Aler di via Bolla, con due obiettivi prioritari. Il primo: capire se si tratti davvero di indigenti che hanno scelto di violare la legge perché spinti dall’impellenza di dare un tetto alle rispettive famiglie o se, più verosimilmente, ci troviamo di fronte a "finti poveri" che potrebbero permettersi ben altre sistemazioni e che invece hanno scelto scientemente di occupare e di lucrare sul patrimonio pubblico. Il secondo: individuare i nuclei che devono fronteggiare quotidianamente fragilità legate alla presenza di disabili, anziani o persone in difficoltà, così da organizzare la rete di assistenza che dovrà trovare soluzioni alternative di breve o medio periodo.

Operazioni che faranno da preludio alla "fase operativa", come è stata definita nella nota che Palazzo Diotti ha diramato nel primo pomeriggio di ieri al termine della riunione ad hoc del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, presieduta dal prefetto Renato Saccone. Un vertice arrivato a tre giorni dalla maxi rissa con sessanta residenti in strada che ha riacceso per l’ennesima volta i riflettori sul "buco nero" del Gallaratese, un fortino dell’illegalità che di tanto in tanto mostra inevitabilmente le macerie di una situazione ormai incancrenita e pronta a esplodere da un momento all’altro. Un vertice che è servito a fare il punto su una road map già tracciata da tempo e che "nelle prossime settimane" entrerà finalmente nel vivo, nella speranza che il piano di profondo restyling concordato con Regione e Aler porti davvero a un’assegnazione tempestiva delle nuove abitazioni e al ritorno alla normalità della "stecca" ai civici 38-40-42, oggi assediata da decine di irregolari e incendiata dalle fortissime tensioni tra inquilini italiani e rom. Nel comunicato, si fa cenno alle sedute del 19 gennaio, in cui le istituzioni hanno di fatto preso atto della necessità di adottare una ricetta "di sistema" per risolvere la questione, e del 30 marzo, durante la quale i vertici di Aler hanno illustrato "il piano di risanamento e riqualificazione, con urgenti interventi già finanziati". Il progetto, di cui il Giorno ha dato conto il 10 marzo scorso, prevede due tipi di approccio. Per lo stabile più grande, quello che conta l’80% di inquilini illegali su 156 alloggi, l’ipotesi è quella di lasciare in piedi solo i muri perimetrali del caseggiato e demolirne l’interno, con lo scopo di poter ripensare metratura e caratteristiche degli appartamenti (aumentandone la superficie) al momento della ricostruzione. Per quanto riguarda il fabbricato più piccolo (88 abitazioni), si punterà sull’utilizzo del bonus 110% per una rigenerazione ampia e innovativa, senza quindi ricorrere all’abbattimento. La fase uno è stata completata: "Aler – fanno sapere da corso Monforte – ha già realizzato la mobilità di 71 famiglie assegnatarie". E ancora: nelle ultime settimane, "si sono tenute numerose riunioni operative e preparatorie", che ieri "hanno consentito di raccogliere gli esiti dell’ultimo censimento degli abitanti, effettuato da Aler, che sarà affinato da approfondimenti della Guardia di Finanza, sotto il profilo reddituale e patrimoniale, e dei Servizi sociali del Comune, per individuare e affrontare le fragilità familiari prima di procedere alla liberazione degli immobili destinati a interventi di radicale ristrutturazione". Eccolo il doppio binario da seguire, per preparare il terreno agli sgomberi.

Nel frattempo, però, arriverà una risposta immediata e visibile agli inquietanti segnali di 96 ore fa: "Il prefetto, alla luce dei gravi fatti recenti, ha disposto inoltre un monitoraggio continuativo del quartiere a cura delle forze dell’ordine e della polizia locale". Tradotto: la zona sarà presidiata in maniera costante per far sentire e percepire la presenza sul territorio di carabinieri e polizia. In attesa che il problema venga risolto una volta per tutte.

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