Vaccini Covid, in Lombardia tocca ai 50enni malati cronici

Partite le prenotazioni per la nuova categoria. A scuola contagi stabili

Preparazione delle dosi al centro aperto lunedì all’Hangar Bicocca

Preparazione delle dosi al centro aperto lunedì all’Hangar Bicocca

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Milano, 29 aprile 2021 - Da mezzogiorno i malati cronici 55-59 enni, e poi, dalle nove di sera, anche i 50-54 enni nella stessa condizione: si sono con l’annuncio in corsa, le prenotazioni delle vaccinazioni antiCovid attraverso il sistema Poste anche per una parte dei cinquantenni lombardi. Non tutti, ma solo i nati tra il 1962 e il 1971 che appartengono alla "categoria 4" del piano nazionale vaccini aggiornato al 10 marzo, che ha rimesso i vaccinandi in rigoroso ordine di rischio rispetto alla possibilità di prendere il Covid e colloca i malati meno gravi subito dopo gli ultrasessantenni. Come s’identificano? Dal possesso, spiega la Regione, di almeno un’esenzione nelle aree di patologia indicate nella "tabella 3" delle raccomandazioni del 10 marzo: malattie respiratorie, cardiocircolatorie, neurologiche, diabete e altre endocrinopatie, Hiv, insufficienza o patologia renale, malattie autoimmuni o immunodeficienze primitive, malattie epatiche, cerebrovascolari e oncologiche. Le aree sono più o meno le stesse della categoria "estremamente vulnerabili" che in Lombardia si vaccina da fine marzo, per chi è seguito da un centro specializzato, e dal 9 aprile anche prenotando con Poste con annessi caregiver; ma senza le restrizioni che definivano gli "estremamente vulnerabili", perché qui si tratta di pazienti meno gravi, cronici. Da ieri, se hanno tra 50 e 59 anni e un’esenzione, possono prenotare col portale di Poste; un messaggio li avverte che se non riuscissero ad accedere alla piattaforma possono cliccare un pulsante, “richiedi abilitazione“, per inserire i propri dati ed essere sbloccati "entro 24/48 ore" (ricordando anche che ci sono sanzioni penali per chi autocertifica il falso). Il ritmo delle vaccinazioni in Lombardia intanto continua ad aumentare: martedì sono state iniettate più di 84mila dosi, il governatore Attilio Fontana assicura che entro la fine di questa settimana "arriveremo a superare le centomila" e che con più forniture "potremmo arrivare a 140-150 mila. Se arrivano i vaccini quello che aveva detto Guido Bertolaso lo potremo mantenere, entro fine giugno potremmo aver vaccinato tutti" i vaccinabili "con una prima dose".

L’altra velocità da controllare, ma al ribasso, è quella del virus. A tre settimane dalla riapertura delle scuole in presenza fino alla prima media, il bollettino dei contagi registrati tra Milano e Lodi dall’Ats Metropolitana manda un segnale di stabilità: nella settimana tra il 19 e il 25 aprile sono stati scoperti in ambito scolastico 658 nuovi casi (536 alunni e 122 lavoratori), undici meno della settimana precedente (che aveva segnato un balzo di oltre duecento). Sono aumentate invece del 70% le persone messe in quarantena (8.779, di cui 8.421 studenti) perché, spiega il direttore della Prevenzione delle malattie infettive Marino Faccini, se i 5.187 isolamenti disposti tra il 12 e il 18 aprile riflettevano il fatto che "diversi casi erano appena rientrati a scuola e avevano avuto meno occasioni di contatto coi compagni", la settimana scorsa "la ripresa della frequenza scolastica è stata più completa e sono sono stati tracciati più contatti". La stabilità, osserva Faccini, "è un segnale positivo che tuttavia deve essere consolidato mantenendo alta l’attenzione ai protocolli di sicurezza e ai corretti comportamenti individuali". Anche perché il trend non calcola ancora l’effetto del ritorno in classe, da lunedì 26 aprile, delle superiori in media al 70%; ed è una popolazione alla quale comunque appartenevano 165 dei nuovi contagiati scoperti la settimana scorsa - uno su quattro - e 1.463 degli isolati. Altri 128 positivi e 2.141 quarantenati erano delle medie (tornate in presenza con seconde e terze dal 12 aprile), 197 casi e 2.744 quarantenati alle elementari, 127 e 1.864 alla scuola d’infanzia e 41 e 567 al nido. A Milano c’è già una primaria dell’Istituto comprensivo Franceschi che con sette classi su 19 in quarantena avrebbe chiesto all’Ats di esser rimessa interamente in Dad, anche se le nuove indicazioni prevedono che la misura scatti solo quando metà delle classi hanno almeno un caso.

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