"Un prof normale, impossibile avere sospetti"

La preside del liceo Cavalleri e il suo docente coinvolto nella psico-setta scoperta in Piemonte: ora dobbiamo proteggere i ragazzi.

Il liceo Cavalleri di Parabiago

Il liceo Cavalleri di Parabiago

di Christian Sormani

"Qui non sapeva niente nessuno. Nessun sospetto" sulla doppia vita di uno dei “suoi“ professori, Davide Melzi, coinvolto negli orrori della psicosetta scoperta dalla squadra mobile di Novara. Chiara Lanzani è la preside del liceo scientifico Cavalleri di Parabiago dove il professore insegnava. Nell’istituto lo descrivono come "una persona assolutamente normale. "Abbastanza severo" per i suoi alunni. Pure i suoi colleghi, anche quelli con più anzianità di ruolo, si fidavano di lui tanto da eleggerlo rappresentante sindacale del corpo docenti. Delle sue simpatie verso la magia e l’esoterismo nessuno sapeva. Così come nessuno si immaginava quello che le cronache degli ultimi giorni hanno raccontato. Il professore di lettere è fra gli indagati, in tutto una trentina, dell’operazione “Dioniso“. Per lui, autore di libri collegati alla magia come “La via dello sciamanesimo boreale“, “Manoscritto sapienzale femminile“ e “Poemetto alchemico“, si tratterebbe di "un gigantesco equivoco" da parte degli inquirenti.

Gli stessi che tre giorni fa hanno fatto irruzione alle 5 del mattino nella sua casa di Legnano per sequestrargli computer, telefonino e diversi volumi di magia insieme ad altri libri della sua biblioteca personale. Insieme agli altri adepti della presunta psico setta è accusato di associazione a delinquere finalizzata alla riduzione in schiavitù ed alla commissione di numerosi e gravi reati in ambito sessuale, anche in danno di minori. "Siamo qua da anni a suonare la chitarra e a leggere libri. Se qualcuno si appartava lo faceva consensualmente", avrebbe raccontato. Il luogo, è il quartier generale dell’organizzazione criminale, una casetta nei boschi di Cerano a ridosso del parco del Ticino, lontano da sguardi indiscreti, dove Melzi era solito passare pomeriggi alternativi: "Qua ci si vedeva fra amici e la casa è a disposizione mia e di un mio amico". Solo un luogo di ricreazione in cui si faceva musica, ci si rilassava e si faceva anche sesso, specie nel giardino esterno alla struttura, secondo il professore.

Dell’esistenza di quella casetta i suoi studenti, comunque, erano a conoscenza: "Ne aveva parlato – racconta uno studente –, ma diceva che facevano musica e allevavano tassi". A scuola invece nessun riferimento alla passione per magia ed alchimia: "Non ne sapevamo nulla – lo sfogo dei professori –, non ne ha mai parlato, nemmeno a livello di battute. Mai un riferimento a questo genere di argomenti". Anche se i timori tra le famiglie degli studenti c’è: "Sono preoccupati e lo capisco bene – le parole della preside –, ma voglio anche che il liceo non sia parte in causa in una operazione assolutamente esterna e che non interessa la scuola in quanto tale. Lo faccio soprattutto per proteggere scuola e studenti".

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro