Tutti assolti in appello per i derivati Mps Condanne revocate per 13 imputati e tre banche

"Il fatto non sussiste" per gli ex vertici Mussari e Vigni, gli ex manager di Rocca Salimbeni, Deutsche Bank e Nomura. La Corte ribalta la sentenza di primo grado e il "disegno criminoso per occultare le perdite". I legali: "C’è un giudice a Berlino"

Migration

Per la seconda volta una Corte d’Appello cancella le condanne inflitte in primo grado agli ex vertici del Monte dei Paschi, Giuseppe Mussari e Antonio Vigni, per le presunte irregolarità sulla ristrutturazione delle operazioni finanziarie Alexandria, Santorini, Chianti classico e Fresh. Dopo Firenze, la seconda sezione penale presieduta da Angela Scalise ha assolto tutti gli imputati dalle accuse, a vario titolo, di manipolazione dei mercati, falso in bilancio, falso in prospetto e ostacolo alla vigilanza, "perché il fatto non sussiste". Oltre a Mussari e Vigni, i condannati in primo grado erano Gian Luca Baldassarri, Daniele Pirondini e Marco Di Santo, ex manager Mps, Michele Faissola, Michele Foresti, Dario Schiraldi, Matteo Vaghi, Marco Veroni e Ivor Scott Dunbar, ex manager di Deutsche Bank, Sadeq Sayeed e Raffaele Ricci di Nomura, assieme ai tre istituti di credito. Per i giudici non ci sarebbe stato nessun reato dietro la ristrutturazione dei derivati Alexandria e Santorini. Sono state anche revocate le confische di 64,9 milioni di euro a Deutsche Bank e di 88 milioni a Nomura. La ciliegina finale riguarda le parti civili, condannate a pagare le spese processuali.

Un’assoluzione totale, con formula piena, la sentenza di primo grado ribaltata, le condanne di 7 anni e 6 mesi per Mussari, 7 anni e tre mesi per Vigni, da 5 anni a 3 anni per gli altri, cancellate. Il sostituto procuratore generale Gemma Gualdi aveva chiesto lievi riduzioni di pena, 6 anni e mezzo per Mussari, anche perché certi fatti contestati erano prescritti. Ma la sostanza del verdetto di primo grado, il "medesimo disegno criminoso" che reggeva i quattro prodotti finanziari contestati, nascondere le perdite miliardarie della sciagurata acquisizione di Antonveneta, truccando i bilanci, ingannando gli azionisti e risparmiatori e conseguendo un ingiusto profitto, si è infranta contro la sentenza d’appello e la litania di assoluzioni "perché il fatto non sussiste".

I primi a comunicare l’esito dell’appello sono stati gli avvocati di Giuseppe Mussari, Fabio Pisillo, Tullio Padovani e Francesco Marenghi. "L’8 novembre 2019 dopo la condanna in primo grado a Milano avevamo dichiarato che anche a Siena eravamo partiti con una condanna travolta poi in appello ed ancor più radicalmente in Cassazione. Oggi la sentenza totalmente assolutoria della Corte di appello di Milano rende giustizia anche di queste ulteriori accuse. Questo è il disvelamento di come si esercita il terribile potere di accusa in Italia, dove, per fortuna, esiste ancora un giudice, rintanato a Berlino. L’avvocato Mussari non è più quel che era quando questa vicenda è iniziata, e nessuno gli restituirà nulla. Su questo, forse, dovremmo tutti riflettere".

"Finalmente giustizia è fatta". Così l’avvocato Francesco Centonze, che con Carla Iavarone assiste l’ex direttore generale di Mps Antonio Vigni, ha commentato la sentenza d’appello. "Grazie alla Corte d’appello di Milano per questa decisione che finalmente restituisce ad Antonio Vigni la serenità che meritava, Anni di sofferenza vengono spazzati via oggi da questa sentenza che assolve l’ex dg e ne afferma la sua totale innocenza.

Gli avvocati che erano in aula, alla lettura della sentenza si sono abbracciati, commossi. "Accogliamo con soddisfazione la sentenza di assoluzione emessa dalla Corte d’Appello di Milano, che ha riconosciuto la validità delle argomentazioni difensive della banca". Deutsche Bank commenta con una nota l’assoluzione dell’istituto per l’operazione Santorini. Assolti anche gli ex dirigenti di Deutsche dall’accusa di aggiotaggio e falso in bilancio. "Sono sempre stato convinto dell’innocenza dei miei assistiti e ho sempre avuto fiducia nel lavoro e nell’equilibrio della magistratura. Questa sentenza conferma che nel nostro Paese c’è giustizia e il caso di specie ne è la prova", ha dichiarato Giuseppe Iannaccone.

Pino Di Blasio

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro