Baggio, chiude la trattoria Fa’ Ballà L’Oeucc

Luca Giannini, 26enne: "Così è insostenibile, riapriremo dopo il Covid"

Da sinistra Gabriel Conti, Maria Giovanna, Matto e Luca Giannini

Da sinistra Gabriel Conti, Maria Giovanna, Matto e Luca Giannini

Milano, 1 novembre 2020 -  Chiude la storica trattoria di Baggio Fa’ Ballà L’Oeucc, un’istituzione fin dagli anni Settanta, quando era un punto di ritrovo per viaggiatori. "Serrande abbassate fino a data da destinarsi", annuncia Luca Giannini, il titolare ventiseienne che ha preso le redini del locale tre anni fa dopo la morte del papà Giuseppe. "Ho lasciato gli studi in Fisica per aiutare la famiglia, che oltre alla gestione del locale (dal 2010) si occupa di amministrazione di stabili. Non potevo lasciare tutto il peso sulle spalle di mia madre", Maria Giovanna Matto. E così ha cominciato l’avventura nel campo della ristorazione, un mondo nuovo per lui, aiutato dall’amico Gabriel Conti, di 21 anni, esperto di marketing.

I due ragazzi sono riusciti a mantenere l’identità di un locale storico che porta in tavola piatti tipici della tradizione milanese, dalla cassoeula allo stinco, dalla trippa all’ossobuco con risotto, "seguendo rigorosamente le ricette tradizionali", precisa Giannini, dandole una veste nuova con impiattamenti più moderni e presenza sui social. "Abbiamo cercato di mantenere un clima familiare, da vecchia Milano, con musica dal vivo e chiusura di serata con filastrocche milanesi", continua il titolare. Ma ora è tutto in sospeso.

"Un peccato, perché prima dell’emergenza Covid, in pochi mesi, avevamo avuto una crescita continua, tanto da investire per una nuova cucina e per accrescere lo staff. Prima avevamo 12 dipendenti, gestione esclusa, tutti giovani tra i 20 e i 25 anni. Dopo la prima ondata di Covid siamo rimasti in 8 in totale e speravamo di rifarci con la cucina invernale che è il nostro punto di forza. Eravamo ottimisti, dato che a settembre e nella prima parte di ottobre siamo riusciti a ricalcare lo stesso fatturato dell’anno scorso. Ma la chiusura delle 18 per noi è insostenibile: i nostri clienti sono soprattutto di sera e, anche puntando sul pranzo del weekend e sull’asporto, non riusciremmo a coprire i costi: oltre alle spese fisse c’è il mutuo da pagare. Non siamo l’unica trattoria della zona, quindi c’è anche concorrenza. Se insistessimo ad aprire, probabilmente non arriveremmo all’estate. Il Decreto Ristori per noi non fa la differenza perché abbiamo troppe spese che continuano ad accumularsi. Forse potrebbe salvarci solo un investitore... Intanto speriamo di sopravvivere fino al prossimo anno, e di poter riaprire quando l’emergenza sarà finita. Qui è come trovarsi a tavola a casa della nonna, questo posto è uno dei baluardi della vecchia Milano, in un antico borgo come quello di Baggio". E nonostante le difficoltà, "se tornassi indietro - conclude - rifarei la stessa scelta". I clienti più affezionati danno consigli, come puntare sul delivery. "È una trattoria vera, in cui si respira davvero aria di casa. Mi auguro tanto - commenta un’abitante - che possa riaprire in futuro".  

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