Traffico di cuccioli, Milano capitale. E dietro il business il riciclaggio

I carabinieri forestali e la lotta alle bande: "Broker italiani e fattorie ungheresi: prezzi bassi e alti rischi"

Cuccioli di cane con i carabinieri

Cuccioli di cane con i carabinieri

Milano, 21 febbraio 2020 - Cagnolini strappati alle madri quando hanno solo 40 giorni di vita e importati illecitamente in Lombardia, salvati dai carabinieri forestali e affidati alle cure dell’ospedale veterinario di Lodi, uno dei centri d’eccellenza a livello nazionale. Indagini che hanno scoperchiato un business che si alimenta anche attraverso annunci nella giungla di Internet: da 700 a 900 euro per un bulldog francese, 500 euro per un chihuahua, 600-700 euro per un barboncino, solo per citare le razze più richieste. Cani che, acquistati regolarmente, costano il doppio.

"Il traffico di cani in Lombardia è un fenomeno costante – spiega il colonnello Andrea Fiorini, comandante dei Gruppi carabinieri forestali di Milano e Lodi – che conosce alcuni picchi nel periodo natalizio e in primavera". Dalle indagini dei militari sono emerse due rotte principali, quelle che da allevamenti e fattorie di contadini in Ungheria o Slovenia portano in Italia via terra, varcando il confine in Friuli. E, in Lombardia, un traffico radicato in particolare nella fascia Sud dell’hinterland milanese. Affari d’oro che si giocano sulla pelle degli animali, falcidiati da pessime condizioni igieniche e da malattie infettive come la parvovirosi canina. "Ci è capitato di sequestrare un carico con una ventina di cuccioli – racconta il colonnello Fiorini – la metà dei quali morti a causa della parvovirosi. Ma non è l’unico danno, perché cuccioli strappati alle madri quando hanno 40-50 giorni di vita sviluppano gravi problemi comportamentali". Le indagini hanno fatto emergere un sistema con trafficanti, quasi sempre italiani, in contatto con “broker” nell’Est Europa, in allevamenti o fattorie dove cagnoline vengono sottoposte a terapie ormonali, “dopate” per farle andare in calore più volte all’anno e ottenere il maggior numero possibile di cuccioli.

Cuccioli che poi vengono stipati su furgoni, a volte narcotizzati per farli stare tranquilli, e una volta varcato il confine ceduti e “italianizzati“, con microchip e iscrizione all’anagrafe canina come se fossero nati in Italia. Operano organizzazioni criminali ben ramificate: il sospetto degli investigatori è quello che in alcuni casi il traffico possa servire anche per riciclare denaro sporco, perché tutte le transazioni avvengono in contanti. E Internet, oltre ad allevamenti italiani fuorilegge, è il mercato dove si concentrano le vendite e dove, sempre più, si stanno focalizzando le indagini. "Abbiamo ricevuto denunce da parte di persone che hanno acquistato tramite annunci su Internet cuccioli che dopo pochi giorni sono morti – prosegue il colonnello Fiorini –. I venditori in alcuni casi sono spariti, in altri hanno anche proposto una sostituzione con altri cani. Noi consigliamo sempre di non prestare fiducia a venditori che propongono prezzi troppo bassi, di rivolgersi sempre ad allevatori seri con garanzie di sicurezza e legalità".

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