Il grido dalla Torre dei Moro: "Noi, senza casa e abbandonati dalle istituzioni"

Un mese dopo il rogo di via Antonini, sfollati ospitati in stanze di 35 metri quadri: «E ora dovremo cercare affitti alternativi da soli»

La famiglia di Angela Libardi e Fabio Marino in hotel

La famiglia di Angela Libardi e Fabio Marino in hotel

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Milano - Nell’incendio alla Torre dei Moro, avvenuto quasi un mese fa, ha perso tutto. "Si è salvato un piatto e la catenina d’oro della cresima. Il resto dell’appartamento è un cumulo di macerie" racconta Mirko Berti, consulente aziendale di 58 anni, che viveva nel grattacielo - trasformatosi in torcia il 29 agosto - al sedicesimo piano, uno più in alto rispetto a quello da cui sono partite le fiamme. Il fuoco si è preso i suoi 2.100 volumi di arte e viaggi, la collezione di cd (è un melomane), il pianoforte. La vita di Berti ora è racchiusa in 35 metri quadri: quanto misura il mini-bilocale, al quarto piano del residence "Quark Due" di via Lampedusa. Dove il consulente, assieme a più della metà delle ottanta famiglie sfollate, ha trovato una sistemazione temporanea.

A lui basta aprire la finestra per vedere il "giardino dei ciliegi" annerito e impacchettato. Lì si trovano i cinque locali per cui aveva venduto l’abitazione precedente e acceso un mutuo che si estinguerà fra cinque anni. "Per ora è previsto un blocco delle rate, per la mia banca, per 12 mesi. Troppo poco" rimarca Berti che è uno dei portavoce della Torre ancora sotto sequestro. Rimangono in sospeso diverse questioni come i contributi straordinari dell’amministrazione (fino a 400mila euro). C’è stato un primo importo, riconosciuto questo mese indistintamente, di 1.500 euro per sostenere le spese al Quark o in hotel e altri 500 euro per i generi di prima necessità. E c’è un altro aiuto, dal prossimo mese in poi, variabile a seconda della composizione del nucleo familiare (da 500 a 900 euro al mese) e degli ultimi redditi dichiarati.

«Quest’importo va solo ai proprietari residenti e prevede dei limiti: se si superano i 40mila euro, come succede al sottoscritto e ad altre famiglie, la cifra viene dimezzata. Se non si hanno figli minori, l’indennizzo è per tre mesi, non per cinque. Io prenderei 250 euro per tre mesi. Sono a favore del criterio di proporzionalità in condizioni normali ma è giusto in questo frangente? È forse un delitto appartenere alla classe media?" si chiede Berti che si sente, come altri inquilini che incrociamo al Quark, "abbandonato dalle istituzioni". Il senso di scoramento vale anche per le soluzioni in locazione nel medio periodo. Il Quark a dicembre chiude.

Il Comune ha parlato di "400 alloggi - di cui 40 disponibili fin da subito, un centinaio disponibili da novembre e altri pronti a inizio 2022 - messi a disposizione dagli operatori Associazione Fraternità, Immobiliare San Carlo Trieste, Fondo Ca’ Granda, Investire srl, Redo sgr e Delta Ecopolis". Si trovano in piazza Frattini, via Rutilia, via Anfossi, via Legioni Romane, via Sciesa, Cascina Merlata, via Rogoredo, via Giorgi, via Cefalonia e via Antegnati, la maggior parte non arredati e prevalentemente a canone convenzionato o concordato.

«Il problema è che in molti casi c’è un limite di reddito di 40mila euro oppure non bisogna avere una seconda casa sul territorio nazionale. Il Comune ci ha detto che i requisiti sono di competenza regionale, la Regione ha dato la colpa al Comune. Nella brochure si le gge che l’operatore sarebbe disponibile a discutere una deroga coi sindacati. Qualcuno ha già provato a chiamare, ma la risposta è stata: "Vi faremo sapere". Il Comune avrebbe dovuto mettere qualcuno a sbrogliare la matassa, non lasciare a noi il problema della negoziazione".

Gli ex inquilini della torre possono però contare sulla raccolta fondi dei privati (giunta a "170mila euro") e sul primo anticipo dell’assicurazione ("quasi 1 milione di euro"): "Vero, ma quei soldi ci servono per le spese ingenti nei prossimi mesi e per pagare la vigilanza dello stabile" si difende il portavoce. C’è chi si sta muovendo nel libero mercato. Non solo Mirko ma anche Angela Libardi, 40 anni. Impiegata come il marito Fabio Marino, 38. Abitavano con il figlio di 4 anni in un trilocale nelle villette alla base della torre.

"Stiamo cercando casa in autonomia perché ad oggi non c’è stato un contatto vero con gli operatori proposti dal Comune". Nel privato, però, non sono mancati incontri alla "Scrooge": "Gli affitti sono elevatissimi con bilocali da 50 mq in zona a 1.200 euro. Un proprietario ci ha pure detto di stare attenti al consumo eccessivo dell’acqua calda avendo un bambino…".

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