La squallida corsa a farsi un selfie sotto la Torre dei Moro bruciata

Da domenica in via Antonini è iniziato un pellegrinaggio a caccia di foto sullo sfondo sciagurato del grattacielo divorato dalle fiamme

Per troppi l'incidente è ancora una forma di spettacolo

Per troppi l'incidente è ancora una forma di spettacolo

Milano - Ci mancavano solo i selfie sotto la Torre dei Moro. Il grattacielo annerito di via Antonini attira il popolo squallido di curiosi a caccia di foto su sfondo sciagura. Il "pellegrinaggio" dura da quando è scoppiato l’incendio domenica scorsa. Qualcuno ha avuto persino l’ardire di spacciarsi come condomino per fare uno scatto da vicino. Ma c’è anche la forza della solidarietà. Il disastro del rogo ha unito ancora di più le 70 famiglie che abitavano nella torre e nelle ville attigue, trasformando in amicizie i contatti presenti sulla chat condominiale. Vigili del fuoco, protezione civile, forze dell’ordine leniscono la sofferenza degli sfollati con gesti e parole preziose. "Prima di domenica quando ci si incrociava ci si salutava con un ciao e via. Adesso scatta un abbraccio, una pacca sulla spalla, beviamo assieme un caffè sulle panchine.

Condividendo un dolore che nessuno può immaginare, sono nate amicizie "eterne"" assicura Mariangela che col marito, l’ingegnere Giuseppe Vitiello, entrambi 40enni, abitava in un trilocale all’undicesimo piano. La coppia ieri mattina si trovava alla base della torre per la decima "missione" di recupero di oggetti. "Senza perdere la pazienza i pompieri ci videochiamano e ascoltano le nostre richieste. Poi, dopo che hanno fatto tutti quei piani a piedi, ci vengono incontro sempre col sorriso. Per noi vale tanto" continua la donna. Al momento del rogo, i due erano in vacanza in Puglia. "Abbiamo visto in streaming le fiamme divorare il balcone.

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Fino a quando la telecamera montata all’esterno non è bruciata anch’essa. In un quarto d’ora abbiamo perso tutto quello che avevamo conquistato con lavoro e sacrificio". L’unica fortuna è che il loro appartamento è in buone condizioni. Pier Franzi, 60 anni, invece, ha perso tutto. Il suo quadrilocale al 16esimo piano, diviso col compagno, è andato distrutto e deve ancora finire di pagare il mutuo. "Sono appena andato in pensione, prima ero operatore di biglietteria di una compagnia aerea. Dentro la mia casa non c’erano lingotti d’oro o quadri di valore: era ricca di oggetti personali. Avrei voluto salvare 2mila volumi di arte e storia e tutti i ricordi dei viaggi in giro per il mondo" dice l’inquilino con compostezza.

Quella che manca al pubblico di curiosi che – anche ieri – è venuto apposta a farsi l’autoritratto su sfondo tragico. Persino padri di famiglia con bambini. "Vanno avanti così da giorni. Ma non mi stupisco di nulla. Ho visto fare lo stesso in autostrada dopo un incidente mortale" dice Pier. "C’è chi ha tentato di confondersi fra i condomini per intrufolarsi nell’area presidiata e fotografare da vicino.  

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