Milano, un anno fa l'incendio della Torre dei Moro: i rischi sono gli stessi"

Appello di Confabitare per aggiornare le normative di sicurezza: seguire il modello inglese

Il 29 agosto dell'anno scorso il rogo in via Antonini

Il 29 agosto dell'anno scorso il rogo in via Antonini

Milano, 29 agosto 2022 - Un anno fa, il 29 agosto 2021, la Torre dei Moro di 16 piani in via Antonini prendeva fuoco, lasciando senza un tetto le famiglie. Una tragedia sfiorata che ha acceso un faro sulla sicurezza degli edifici. Dodici mesi dopo, secondo l’associazione che tutela la proprietà immobiliare Confabitare, i rischi sono rimasti gli stessi. "L’Italia è in ritardo rispetto a numerosi altri paesi in Europa in merito alle norme antincendio – spiega il presidente, Alberto Zanni –. L’anniversario di questo incidente sia un monito per i professionisti del settore dell’edilizia e per gli enti regolatori: serve subito un cambiamento di rotta all’insegna della sicurezza, prendendo a esempio i migliori casi internazionali". ​L’associazione, in un appello condiviso da Rockwool Italia e Movimento Consumatori, chiede la revisione della Regola Tecnica Verticale, la principale normativa vincolante per i progettisti. Oggi le ristrutturazioni, spinte dal sostegno degli incentivi pubblici, "non garantiscono, infatti, l’uso di materiali incombustibili e questo lascia, potenzialmente, aperto il rischio per molti edifici. La normativa, entrata in vigore il 7 luglio scorso, non vincola ancora all’uso di materiali specifici per gli edifici più a rischio, ovvero quelli di altezza superiore ai 18 metri, gli ospedali, le case di cura e le scuole".

Divieto che invece è stato istituito nel Regno Unito, dopo la tragedia della Grenfell Tower di Londra, andata a fuoco il 14 giugno 2017. Una trappola mortale per 72 persone, vittime di un rogo dalla dinamica simile a quello della Torre dei Moro che fortunatamente non ha avuto gravi conseguenze per le persone. "La crescita dell’altezza degli edifici è un fenomeno che riguarda da vicino le città in continuo sviluppo come Milano – sottolinea Bruno Ceccarelli, presidente della commissione Urbanistica del Consiglio comunale di Milano –. Non c’è crescita senza sicurezza, e la prevenzione è fondamentale. Le normative vanno aggiornate". Appelli che arrivano un anno dopo il disastro, mentre è in dirittura d’arrivo la chiusa delle indagini coordinate dalla pm di Milano Marina Petruzzella per accertare cause e responsabilità dell’incendio.

Per Mirko Berti, portavoce delle 80 famiglie che dopo il rogo del 29 agosto 2021 hanno dovuto trovare una casa alternativa in attesa del risanamento del grattacielo di 18 piani, un anno dopo "ci sono ancora tanti nodi da sciogliere". Degli 84 appartamenti, 17 sono stati completamente distrutti dalle fiamme e 16 sono gravemente compromessi. "Un numero destinato a salire, perché più il tempo passa e più la situazione peggiora", ha sottolineato Berti. E il restyling per ora è al palo, perché "la compagnia assicurativa del condominio ha chiesto un accertamento tecnico preventivo sull’edificio. Significa altre lungaggini prima di stabilire la cifra che ci spetta per la copertura dei danni".

 

 

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