Tecnici più severi. E bocciano di più

Primo bilancio degli esami: sono già 273 le lodi. I presidi: "Rito bizantino da svecchiare, troppa burocrazia"

di Simona Ballatore

Sono già 273 le lodi della maturità 2022 (l’1,54% dei candidati); in 1.204 hanno preso 100. Ultima settimana di colloqui per le commissioni con classi più numerose o che hanno dovuto fare i conti con le assenze da Covid e le prove suppletive di luglio. Ma 8 commissioni su 10 hanno già archiviato gli esami di Stato della “ripartenza“. La fascia di voti più rappresentata è quella tra il 70 e l’80 (29%). Col 60 si è diplomato il 5% dei candidati. Quarantaquattro maturandi a Milano dovranno ripetere la quinta. Pochi se si considerano i 17.472 candidati più i 225 privatisti, ma la selezione si è fatta sentire nei tecnici: 27 i bocciati su 4.822, oltre a quattro privatisti che non sono riusciti a conquistare il diploma. Le eccezioni non mancano. Tra i tecnici che chiudono con risultati ancora migliori rispetto allo scorso anno c’è il Cattaneo: tutti promossi in piazza Vetra, cinque le lodi, otto 100. Lo scientifico Volta festeggia 14 lodi e 24 ragazzi usciti col 100. "Sono figli di due anni di lockdown, hanno avuto un percorso faticoso e conosciuto una scuola diversa – ricorda la vicepreside, Silvia Stretti –, ma gambe in spalla hanno reagito bene. Non abbiamo fatto sconti, siamo contenti". Per la prima volta nessuna lode al Brera. "Ma di ragazzi da lode ce ne sono eccome – sottolinea un po’ delusa la preside Emilia Ametrano –, abbiamo studenti bravissimi che dal primo anno sono sempre usciti con medie altissime. Ma hanno abbassato i voti alla prima prova e un ragazzo l’ha persa solo per mezzo punto. Per la prima volta abbiamo tre bocciati alla maturità: solitamente vengono fermati prima delle prove se si sa che non ce la possono fare". E mentre gli esami si fanno ancora fitti per chi aveva un commissario per quattro classi (è successo in 40 casi), tra i presidenti c’è chi chiede che per la maturità ventura si faccia opera di “sburocratizzazione“.

"Togliamo i bizantinismi della chiusura pacchi con la ceralacca – sottolinea Franco Tornaghi dal Maxwell–, concentriamoci più sugli aspetti didattici. Ci sono commissioni che finiscono dieci giorni prima degli altri, in altre i tempi sono elefantiaci, senza contare che è un finto esame, che ha valore solo burocratico. Quanto ai voti, storicamente tecnici e professionali sono più tirchi rispetto ai licei e anche quest’anno si è avuta la conferma". Rilancia anche il dirigente scolastico del liceo Carducci, Andrea Di Mario: "È uno sforzo bizantino per i docenti e borbonico per gli studenti. Abbiamo commissioni web e dobbiamo stampare tutta questa carta che non si capisce a cosa serva. Digitalizziamo. È diventato un rito faticoso e anche noioso, basato sull’imparaticcio e su collegamenti talvolta appiccicati davanti a una commissione tutta interna, che a volte è bravissima e altre deve coprire le sue stesse mancanze. Ricorderemo tutti le ’sudate carte’ di quest’anno, ma servirebbe un cambio di passo nella valutazione e, prima ancora, nella didattica per raggiungere l’obiettivo dell’organizzazione dei saperi non solo sulla carta".

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