Tangenti in Lombardia, Pietro Tatarella si dimette dal consiglio comunale di Milano

L'esponente di Forza Italia si dichiara innocente ma decide di fare un passo indietro e davanti al gip non risponde alle domande

Pietro Tatarella

Pietro Tatarella

Milano, 8 maggio 2019 - "Sono innocente, le contestazioni che mi sono state mosse sono infondate ma ho comunque deciso di dimettermi". Sono le parole affidate all'avvocato Luigi Giuliano, da Pietro Tatarella, consigliere comunale e candidato di Forza Italia alle prossime europee, arrestato ieri per associazione a delinquere nell'inchiesta lombarda su appalti pubblici e tangenti.  Davanti al gip Raffaella Mascarino, che lo ha incontrato nel carcere di Opera, Tatarella si è avvalso della facoltà di non rispondere per poter analizzare prima, insieme al suo difensore, tutti gli atti dell'inchiesta.

L'esponente di Forza Italia "già stasera invierà al Consiglio una lettera di dimissioni che mi ha lasciato il mio assistito", aggiunge il legale. Tatarella, secondo l'accusa, sarebbe stato a 'libro paga' dell'imprenditore Daniele D'Alfonso, anche lui dietro le sbarre e 'muto' durante l'interrogatorio di garanzia.  I 12 dietro le sbarre di San Vittore e di Opera sono rimasti zitti - segno di una precisa scelta difensiva per prendere tempo e leggere con attenzione l'ordinanza di oltre 700 pagine - di fronte alle accuse mosse dai magistrati che hanno ricostruito in una doppia inchiesta la rete tra esponenti politici e imprenditori arrestati con le accuse, a vario titolo, di corruzione e turbata libertà degli incanti, finalizzati all'assegnazione e all'aggiudicazione di appalti pubblici. Nei prossimi giorni proseguiranno gli interrogatori dei 16 indagati finiti ai domiciliari. Tra loro anche l'ex consigliere regionale Fabio Altitonante che potrebbe essere ascoltato venerdì al settimo piano del tribunale di Milano. 

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