Sub scomparsi in Indonesia, sono passati 4 anni: "Non mi arrendo fino alla verità"

La battaglia di Claudia Mastrogiuseppe, sorella di Alberto (una delle tre vittime). Oggi la commemorazione

I tre sub furono inghiottiti nel mare dell'Indonesia nel 2015

I tre sub furono inghiottiti nel mare dell'Indonesia nel 2015

Milano, 15 agosto 2019 - «Mio fratello ha compiuto 40 anni lo scorso 19 luglio». E non ha importanza dove abbia spento le candeline: Claudia Mastrogiuseppe può sentire il soffio anche se non vede da 4 anni suo fratello Alberto, inghiottito misteriosamente dal mare del Borneo, nell’est dell’Indonesia, durante un’escursione subacquea insieme all’amico Daniele Buresta, coetaneo, e alla fidanzata Michela Caresani, allora 33enne. Tutti e tre spariti. Con loro anche una ragazza belga di 29 anni, Vana Chris Vanpuyvelde, mentre Valeria Baffè, fidanzata di Daniele, oggi 38enne, che era rimasta in superficie, è tornata a casa sana e salva. Sarebbe stata l’ultima immersione di una vacanza quasi finita nell’isoletta di Sangalaki per le due coppie di amici, tutti sub esperti. E invece quel Ferragosto del 2015 è diventato il primo giorno di un dolore senza fine per le loro famiglie e gli amici che non li hanno più visti rientrare a Milano.

Le ricerche sono andate avanti per settimane, dall’acqua non è affiorata neppure una maschera né una pinna, nulla che potesse ricondurre ai ragazzi. Neppure la guida che li accompagnava, e che è riuscita a tornare sulla terraferma, ha saputo chiarire il mistero. «Noi non ci rassegniamo, vogliamo la verità», ripete Claudia Mastrogiuseppe. A distanza di 4 anni, la matassa è ancora intricata. «Le indagini - spiega - sono ferme. Noi vorremmo che il caso fosse trattato a Giacarta, la capitale, anziché a Sangalaki, dove al momento è tutto sospeso. Devono essere accertate le responsabilità, qualcuno dovrà pagare. Noi non molliamo». Ad agosto del 2017 «i ragazzi sono stati dichiarati morti (a due anni dalla scomparsa, ndr). Pensavamo che quello sarebbe stato il primo passo per far luce sull’accaduto, per dare un’accelerata alle indagini e chiarire il ruolo della guida. Invece no: le cose si sono complicate e le indagini sono al palo. Stiamo cercando di far trasferire il caso a Giacarta anche con l’aiuto dell’Ambasciata italiana, che ringraziamo».

Intanto, ogni 15 agosto è il giorno della commemorazione: oggi ci sarà una messa in un paesino di campagna vicino Vercelli, luogo che Alberto amava, per ricordare i tre ragazzi scomparsi. Il dolore ha unito le famiglie che già si conoscevano. La mente torna a «quel» 15 agosto, al giorno della disgrazia: l’allarme era scattato di sera, quando il conducente del motoscafo che aveva portato il gruppo in mare non aveva visto riemergere nessuno all’orario concordato. La guida era riaffiorata in un altro punto, senza i ragazzi. «È stata ritenuta negligente perché, stando alle sue dichiarazioni - ha sottolineato più volte Claudia Mastrogiuseppe - avrebbe lasciato i ragazzi da soli, senza sapere dove fossero». Restano i dubbi su orari che non combaciano, sul fatto che nessun oggetto appartenente ai ragazzi sia mai stato recuperato. Dopo 4 anni, le famiglie aspettano ancora risposte.

 

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