Stupri e tentato omicidio Di Fazio va in abbreviato

Esclusa dalle parti civili solo il "Svs -Donna aiuta donna onlus" della Mangiagalli. L’associazione svolge, fin dal 1997, un ruolo di supporto alle vittime di abusi

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di Anna Giorgi

Sono state ammesse sei parti civili al processo in abbreviato contro il manager Antonio Di Fazio, per altri cinque casi di violenza sessuale e anche per il tentato omicidio dell’ex moglie. Ammesso anche il figlio adolescente della coppia, perché danneggiato dal comportamento del padre. Il ragazzino era presente all’ultimo episodio in cui il manager drogò e violentò la studentessa della Bocconi. Fu proprio la denuncia della studentessa che fece partire le indagini e scoperchiò l’orrore delle violenze seriali. Esclusa dalle parte civili il "Svs: donna aiuta donna onlus". L’associazione che, dal 1997, in contiguità con il Svs della Mangiagalli, aiuta con un supporto a 360, fisico, psicologico e legale, le donne vittime di stupro si era costituita per la prima volta tra i danneggiati. Ma il gip non l’ha ammessa perché non ha ritenuto identificabile "un danno" subito da l’associazione. Alcune delle donne violentate sono però state supportate a livello psicologico dall’associazione che di fatto svolge ormai un servizio essenziale e prezioso. Ma tant’è.

Presente all’udienza anche la ex moglie del manager, che per anni aveva sporto denuncia contro l’ex marito, 13 denunce formalizzate in tutto, ma stando a quanto sostiene il suo avvocato Maria Teresa Zampogna non era mai stata ascoltata, non furono mai fatte indagini approfondite sul caso, restò tutto e sempre inquadrato nell’ambito di una dialettica litigiosa di ex coniugi.

Contro le ex moglie ora Di Fazio deve rispondere di tentato omicidio, maltrattamenti, lesioni. Il manager del settore farmaceutico (Global Farma) era stato arrestato a maggio. In carcere da circa otto mesi, davanti al gup Magelli aveva ammesso gli abusi nei confronti della studentessa. E lo stesso aveva fatto in precedenza in un interrogatorio davanti ai pm in relazione agli altri episodi, sostenendo di essere "malato" e chiedendo di essere curato. I due procedimenti quello contro le ragazze stuprate e il tentato omicidio nel confronti della ex moglie si sono riuniti: così il giudice il prossimo 28 marzo, giorno in cui è stata fissata la sentenza, deciderà tenendo in considerazione tutti gli episodi di violenza. A questi due procedimenti si è unito anche un terzo procedimento per il reato di possesso di segni distintivi contraffatti e falso per essere stato trovato in possesso di un led lampeggiante in uso alle forze dell’ordine che lui faceva mettere sull’auto e di un tesserino contraffatto del Ministero dell’Interno con cui l’uomo si spacciava per un "pezzo grosso" dei servizi segreti.

mail: anna.giorgi@ilgiorno.net

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