Milano, piano anti-smog: giro di vite su diesel e caldaie

Stop al riscaldamento a gasolio. Fondi per rottamare auto e impianti

 Secondo il Comune la qualità dell’aria migliora ma c’è ancora tanta strada da percorrere

Secondo il Comune la qualità dell’aria migliora ma c’è ancora tanta strada da percorrere

Milano, 5 gennaio 2019 - Caldaie a gasolio negli edifici privati vietate da ottobre 2023, con incentivi per sostituire gli impianti inquinanti e un piano di dismissione che interesserà prima le case popolari del Comune di Milano (stop al gasolio entro la fine di quest’anno) e entro il 2020 gli edifici a uso non residenziale, come scuole e uffici. Incentivi per rottamare i veicoli diesel fino agli Euro 4, sottoposti al blocco della circolazione che scatta quando il livello di polveri sottili supera la soglia d’allarme. Sono i punti al centro del piano anti-smog del Comune di Milano, che ha messo sul tavolo 32 milioni di euro dal 2017 fino al 2019 per migliorare la qualità dell’aria. Incentivi per cambiare i vecchi veicoli inquinanti, per la mobilità sostenibile e per migliorare l’efficienza energetica degli edifici. Nello specifico, sono 8 i milioni di euro dedicati alla mobilità e 24 quelli per l’efficientamento energetico attraverso bandi ancora aperti.

«Crediamo che il 2019 sarà un anno chiave - spiega l’assessore all’Ambiente Marco Granelli - grazie all’avvio di Area B, all’estensione delle regole di Area C anche ai mezzi del trasporto pubblico locale di linea, taxi e ncc e agli incentivi messi in campo, con l’obiettivo di arrivare a vietare i riscaldamenti a gasolio da ottobre 2023». Secondo Granelli, però, sul fronte smog «anche la Regione lombardia deve fare la propria parte, con meno deroghe e più contributi». L’introduzione della nuova ztl Area B dal 25 febbraio, secondo le previsioni di Palazzo Marino, comporterà una riduzione delle emissioni da traffico pari a circa 25 tonnellate di Pm10 allo scarico e di 900-1.500 tonnellate di ossido di azoto: nel primo caso si tratterà di un’accelerazione immediata con già il 14% di emissioni in meno nel 2019 (-24% nel 2020 e -21% nel 2021); nel caso dell’ossido di azoto il calo maggiore si presenterà tra il 2023 e il 2026 con -11% ogni anno. Sul tavolo dati che indicano un miglioramento della qualità dell’aria nell’anno appena trascorso: la media annuale delle concentrazioni di Pm10 si è attestata su 33 microgrammi/mc, facendo registrare il risultato migliore dal 2003 e restando sotto il limite europeo di 40 microgrammi/mc.

Lo stesso vale per il PM2.5 e per il biossido di azoto (NO2), la cui massima media annuale delle 5 stazioni di rilevamento di Milano è risultata di 59 microgrammi/mc, il valore più basso dal 2002 (anche se ancora ampiamente sopra al valore limite europeo di 40 microgrammi/mc). Infine, i giorni di superamento dei livelli di PM10 nel 2018 sono stati 79, il terzo miglior dato dal 2002, molto meno dei 97 del 2017, ma ancora lontani dal limite dei 35 superamenti annui previsti dall’Europa. C’è quindi ancora tanta strada da percorrere, anche sul fronte del riscaldamento sostenibile. Nel 2017 a Milano esistevano ancora 3.500 caldaie a gasolio funzionanti, in città il 68% delle abitazioni è nelle classi energetiche F e G (bassa qualità e maggiori consumi) e solo il 7% nelle classi A, B, C. Dal comune fondi per un totale di 24 milioni di euro per la sostituzione degli impianti e un giro di vite su chi inquina. L’anno scorso sono state effettuate 9.500 ispezioni, con oltre duemila provvedimenti con prescrizioni ai proprietari.

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