Spose grazie alla legge Cirinnà, un anno dopo finisce tutto in tribunale

Lei lascia lei: primo caso di annullamento di un unione civile tra persone dello stesso sesso in Lombardia

Unione civile

Unione civile

Milano, 27 novembre 2018 - E' un primato che certo non le rende felici. Quella tra Cristina e Alessandra (nomi di fantasia), entrambe trentenni, è infatti la prima unione civile sciolta legalmente dal tribunale di Milano. Quando si erano presentate insieme in Comune, nel settembre dell’anno scorso, era stato il coronamento di un legame consolidato, un fidanzamento che veniva da lontano. Trentotto anni l’una, trentacinque l’altra, cogliendo l’opportunità offerta finalmente dalla legge Cirinnà che ha introdotto anche in Italia le unioni tra partner dello stesso sesso, le due donne avevano anche scelto il regime della comunione dei beni. Insieme hanno comprato casa e sottoscritto un mutuo, insieme hanno fatto piccoli investimenti finanziari. Non hanno avuto figli, sennò adesso sarebbe stato tutto ancora più complicato. Proprio come succede da decenni tra coniugi etero quando la coppia scoppia davanti al giudice, ma come non era ancora successo a Milano da quando sono in vigore le norme approvate dal Parlamento due anni fa.

L'iter burocratico poco allegro che le ha portate a metà novembre davanti al presidente della nona sezione del tribunale civile Anna Cattaneo e alle giudici Piera Gasparini e Rosa Muscio era iniziato a luglio quando Alessandra e Cristina, insieme ma molto meno allegramente, si erano ripresentate allo stato civile del Comune per dichiarare che la loro unione era di fatto fallita. Tre mesi dopo, l’avvocato Daniela Franco, che assiste Cristina, ha presentato il ricorso in tribunale. A differenza di quanto avviene per il matrimonio, nelle unioni civili non c’è il passaggio della separazione prima del divorzio, si arriva subito allo scioglimento. Decisione che può essere formalizzata anche semplicemente in Comune, ma in questo caso le due donne, che pure erano entrambe d’accordo su una conclusione amichevole della storia, hanno preferito il giudice proprio per regolare i loro rapporti economici. Nessun assegno di mantenimento in realtà, l’una professionista l’altra impiegata hanno analoghe possibilità di reddito. Ma c’erano quella casa e quel mutuo prima condivisi e ora da separare. Per il resto tutto liscio, solo quella tristezza delle storie che finiscono senza particolari colpe da tirarsi addosso.

Così il tribunale ci ha messo appena una settimana a depositare la sentenza che, forse tra le prime volte in Italia, ha dichiarato lo scioglimento dell’unione civile in base al comma 24 dell’articolo uno della legge n.76 del 2016, quello che recita: «L’unione civile si scioglie, inoltre, quando le parti hanno manifestato anche disgiuntamente la loro volontà di scioglimento all’ufficiale dello stato civile». Semplice e inesorabile.

 

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro