Da Milano (ri)parte la fronda secessionista

A Venezia si ritrovano militanti di Grande Nord, guidati da ex leghisti

L'on. Roberto Bernardelli con Monica Rizzi

L'on. Roberto Bernardelli con Monica Rizzi

Milano, 15 settembre 2018 - «Ho una malattia da cui non posso e non voglio guarire: il sogno della libertà del Nord». Per questo Roberto Bernardelli, presidente del movimento Grande Nord, sarà in mezzo al «popolo dei padani», come li chiama lui, oggi a Venezia, al Campo San Giacomo dall’Orio, teatro del «giorno della secessione della Padania, il 15 settembre 1996». Imprenditore del settore alberghiero (suo l’Hotel dei Cavalieri), ha alle spalle una storia di amore e odio con la Lega. Ora la distanza pare incolmabile. Lontani gli anni ’80 e ’90 (quando entrò in Parlamento), anche se «l’amicizia con Bossi resta, perché bisogna saper scindere rapporti umani e politica».

Senza mezzi termini si scaglia contro il governo gialloverde che definisce «la quintessenza del governo comunista. Basta solo considerare il reddito di cittadinanza: assistenzialismo fuori dalla storia. Si paga con questo chi non lavora, ma il Nord da solo ha il Pil pro capite più alto dell’area euro». E Salvini? «È passato dal sogno della libertà del Nord al “prima gli italiani”. Ma il Nord non ci sta a pagare per tutti. Lo urliamo forte e chiaro». Oggi, in piazza, a Venezia. E anche se non è lui a organizzare direttamente l’evento, che ha la firma della Lega Padania nazione, si sente un po’ l’anima. «Da Milano parte l’opposizione al governo», è convinto. Una partenza che questa mattina sarà reale, con due pullman che da Milano raggiungeranno la laguna. L’obiettivo è riaffermare il «sogno della libertà del Nord» e far emergere le «contraddizioni del governo», ad esempio il fatto che «le pensioni al Nord sono in attivo, ma occorre riformare la “Fornero”» o che «viene proposta la flat tax quando la Lombardia vanta un credito fiscale da Roma di 56 miliardi».

«Ma – accusa Bernardelli – stanno facendo di tutto per boicottare una manifestazione autorizzata». Chi? «Le istituzioni. Abbiamo avuto da tempo il placet di Comune e Questura, ma da giovedì c’è una tarantella. Ci vogliono negare la piazza, con mille scuse. Ma ci saremo. Vogliono mettermi in carcere? Lo facciano, ci sono già stato». Era il 2014, e con altri «indipendentisti» Bernardelli aveva costruito il tanko, finto carro armato per inscenare un atto dimostrativo. Al suo fianco Monica Rizzi, ex assessore regionale, ora coordinatrice di Grande Nord. «Vogliamo dare voce a cittadini, imprese e artigiani del Nord che hanno diritto all’autonomia dei territori. Grande Nord cresce, abbiamo consiglieri comunali in Veneto, Lombardia, Emilia, Piemonte, Friuli e Liguria. E non è finita».

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