Sea chiude la mensa, firme per salvarla

Le sottoscrizioni verranno consegnate al Consiglio comunale: basta tagli, a rischio posti di lavoro a Linate

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di Andrea Gianni

In tre ore il sindacato Usb ha raccolto le prime 150 firme contro la chiusura delle mensa aziendale Sea, durante un presidio all’aeroporto di Linate che andrà avanti fino a giovedì. Poi le sottoscrizioni per "salvare il servizio" verranno consegnate al Consiglio comunale di Milano. Una mobilitazione contro un provvedimento della società che gestisce gli aeroporti di Milano che, secondo il sindacato di base, mette a rischio il posto di lavoro degli operatori del servizio mensa affidato in appalto a ditte esterne e penalizza i lavoratori Sea. "Non si hanno idee su come fare business – si legge in un volantino distribuito dall’Usb – e allora la sola strada percorribile diventa l’abbattimento di quanto i lavoratori hanno conquistato negli anni. I dipendenti delle mense rischiano di rimanere senza occupazione o nella migliore delle ipotesi verranno assunti “ex novo“ presso altre società all’interno del sedime aeroportuale a chissà quali condizioni". Proteste anche contro la sostituzione della mense con il ticket restaurant, perché "molti lavoratori oggi, per effetto dei salari troppo bassi, rinunciano a usufruire di un pasto per avere dei ticket a fine mese per fare la spesa". Un caso che non è isolato. Si moltiplicano, infatti, le aziende che nell’ottica di un risparmio dei costi e di una rioraganizzazione dei servizi hanno cancellato con un colpo di spugna le mense, relegandole a un retaggio del passato. Mense che, dopo la lunga chiusura obbligata dalla pandemia e dall’uso massiccio del lavoro a distanza, in molti casi non hanno più riaperto i battenti. Sostituite con buoni pasto che però, viste le commissioni, diversi ristoranti hanno smesso di accettare.

Lo scorso 15 giungo le associazioni di categoria avevano anche organizzato una giornata di sospensione, rifiutandosi di accettare i ticket, per protestare contro "le commissioni più alte d’Europa". A contribuire al boom dei ticket sono anche i vantaggi fiscali per le ditte. Le mense diventano così sempre meno vantaggiose, e gli addetti alla ristorazione collettiva pagano il prezzo più alto. Sono cinquemila le lavoratrici, solo nel Milanese, coinvolte nella crisi del settore, sfociata anche in manifestazioni di protesta. Sono state le prime a finire in cassa integrazione quando è scoppiata la pandemia, e molte non sono più uscite dal tunnel.

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