Scuola: ritorno alle medie, fra applausi e caldaie in tilt

Dietrofront alla Manara per 500 studenti. E continuano le proteste alle superiori: "Dad bocciata. E i laboratori, chi li ha visti?"

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di Simona Ballatore

È stato un nuovo primo giorno di scuola per oltre 55mila alunni milanesi di seconda e terza media, che ieri hanno potuto raggiungere i compagni di prima. "Finalmente": l’applauso ai cancelli di genitori, presidi e professori che in queste settimane facevano le acrobazie per saltare da una classe in presenza a una classe a distanza. Ma nella giornata del grande rientro non è mancato qualche problema tecnico “cronico”: una decina le segnalazioni per impianti di riscaldamento mal funzionanti arrivate a Palazzo Marino e, in un caso, 500 alunni hanno dovuto fare dietrofront a metà mattina. È successo alla scuola Manara di via Morosini. Impianto “ad aria” vecchio, si è rotto un pezzo e sul mercato non c’è più. Ci vorrà una settimana o una decina di giorni per poterlo riparare. Nel frattempo i tecnici stanno cercando di “tamponare” la situazione. Ci hanno provato fino a ieri sera, ritenteranno stamattina pur di tenere le aule aperte. In caso contrario si preannuncia un’altra settimana di Dad che il Comune cercherà di scongiurare - spiegano dagli uffici - vagliando un piano B.

Nel frattempo tirano un sospiro di sollievo i presidi delle medie: "Avere una classe sola in presenza e le altre a distanza creava non pochi problemi organizzativi - spiega Giorgio Galanti, preside al comprensivo Trilussa di Quarto Oggiaro e al liceo classico Tito Livio -. E non ne trovo il senso se non uno: tutte le prime andrebbero “protette” perché iniziano un nuovo percorso e non si è ancora creato il gruppo classe, anche le prime superiori". Che restano invece a distanza. Continuano i sit-in davanti alle scuole. Ieri “Priorità alla scuola” ha fatto lezione con i liceali del classico Parini al freddo. Oggi il comitato “A scuola!” schiererà tre genitori pronti a picchettare il Pirellone in occasione della seduta del Consiglio regionale delle 10, chiedendo un incontro e presentando una petizione.

Intanto l’Unione degli Studenti mostra l’ultima inchiesta regionale condotta tra oltre 7.200 studenti e studentesse. Il verdetto? "Dad bocciata".

“Di nuovo in Dad” il titolo del questionario che è stato presentato, corredato da grafici. Primo dato: "Su una classe di 20 persone, 17 pensano che la Dad non sia formativa quanto la didattica in presenza", spiegano dall’Uds. Solo il 16,2% la promuove. L’unico spiraglio per la presenza alle superiori sarebbe costituito dai laboratori (oltre alla possibilità di lezioni in classe per ragazzi con bisogni educativi speciali). Ma in questo caso la domanda degli studenti è una: "Chi li ha visti?". "A sei studenti su 7 non sono garantite le ore di laboratorio in presenza". Terzo tema, spinoso per la riapertura, è quello dei trasporti pubblici. "Se il 60% degli studenti già prima della chiusura si spostavano su mezzi pubblici troppo affollati - spiegano nella relazione - abbiamo bisogno di un intervento strutturale che garantisca la salute della cittadinanza, superando la farsa della capienza massima all’80% e aumentando in maniera consistente le corse dove ce n’è necessità".

"Ora che il dibattito sulla riapertura delle scuole è infuocato - afferma Ludovico Di Muzio, coordinatore dell’Unione degli Studenti Lombardia - ci sembra più che doveroso nei confronti della popolazione scolastica tutta dare garanzie certe su quale scuola ci troveremo ad affrontare. La Dad fa emergere tutto quello che già prima del Covid non funzionava nelle nostre scuole e contribuisce sia all’aumento della dispersione scolastica sia all’attacco al diritto allo studio: le difficoltà domestiche, i problemi di salute fisica e psicologici, nonché un collasso sul piano relazionale e sociale". "Il Governo, la Regione, gli enti locali devono stanziare velocemente risorse ed organizzare al meglio il rientro - la richiesta, con promessa allegata -. Avete già abbandonato a se stesso il mondo della scuola, dopo anni di definanziamenti e precise responsabilità politiche. Non vi permetteremo di farlo di nuovo". In attesa della riapertura in sicurezza, si chiedono "interventi mirati per garantire dispositivi e connettività gratuita agli studenti che ne hanno necessità. Dai dati della nostra inchiesta uno studente su 10 ha problemi di device e connessione: vogliamo garanzie, in modo da poter assicurare quel barlume minimo di effettivo diritto allo studio che la didattica a distanza consente".

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