Festa scudetto Inter, gli scienziati: rischio boom di contagi

Il capo del Cts Locatelli: "I 121mila morti si onorano evitando assembramenti"

il coordinatore del Cts Franco Locatelli

il coordinatore del Cts Franco Locatelli

All’indomani dello scudetto interista, celebrato con un assembramento da trentamila in pandemia, Milano è di nuovo sulla bocca d’Italia. E riesce nell’impresa di metter d’accordo virologi e altri scienziati, che stavolta si dividono solo in diverse sfumature di condanna. Durissimo il presidente del Consiglio superiore di sanità e capo del Cts Franco Locatelli: "Onorare" gli oltre "121mila morti" di Covid in Italia – quasi 33mila erano lombardi e quasi 9.500 milanesi - "vuol dire evitare assembramenti". "Non a caso si chiamano tifosi, il riferimento è alla confusione mentale del paziente col tifo", affonda Francesco Menichetti, primario all’ospedale di Pisa, e denuncia "un clima da liberi tutti, il 26 aprile è stato ritenuto un D-Day".

Mentre "la gara che stiamo facendo è tra le opportunità come questa che diamo al virus per trasmettersi e la corsa a vaccinare", ricorda il microbiologo Andrea Crisanti. Massimo Galli, infettivologo del Sacco e "tifoso interista", dice che "è stata una manifestazione che non aveva senso". "Speriamo che non ce ne siano altre", sospira il virologo Massimo Clementi della Vita-Salute, pensando alla partita in casa sabato. L’infettivologo di Genova Matteo Bassetti propone la riduzione del danno: "Concediamo di vedere la partita per un 20% di posti dello stadio". Intanto è partito il cronometro per capire quanto costerà la festa nerazzurra in contagi. "Mi auguro che essendo all’aria aperta, con contatti non troppo prolungati, le conseguenze non si paghino" ma "le premesse ci sono tutte", avverte Maria Rita Gismondo, direttrice del laboratorio del Sacco. Dieci giorni, quantifica l’immunologo Mauro Minelli: sarà "un test non previsto e voluto" "per capire se e come dobbiamo considerare l’estate". Ha pochi dubbi l’epidemiologo Pier Luigi Lopalco, assessore alla Sanità della Regione Puglia: "I grandi assembramenti possono innescare catene di contagio. Focolai intrafamiliari".

Il virologo Giovanni Maga del Cnr di Pavia pone a a monito il rapido degenerare dell’India, che "non ha a che fare con la variante indiana", quanto col fatto che "sono state troppo allentate le misure quando la situazione era difficile", e raduni oceanici per comizi, partite di cricket e bagni rituali nel Gange hanno fatto da propulsore. Il collega della Statale Fabrizio Pregliasco osserva che "non sarà facile distinguere" l’effetto di "questa intemperanza dalle altre, non solo i tifosi hanno adottato comportamenti scorretti". Però, osserva l’immunologa di Padova Antonella Viola su Facebook, "se fosse stata una manifestazione politica, una protesta di lavoratori esasperati o di studenti ne leggeremmo con disapprovazione e sdegno. Panem et circenses.. ." Nel frattempo, una rosa di 28 calciatori convocabili per la Nazionale veniva vaccinata con la prima dose tra l’Humanitas e lo Spallanzani di Roma, in vista degli Europei.  

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