Milano, sciopero tassisti finito. O forse no

La serrata autorizzata si è chiusa a mezzanotte. Ma l’ala dura spinge per un blocco selvaggio a oltranza

Il presidio in Prefettura. In basso: l’assemblea pomeridiana in Centrale

Il presidio in Prefettura. In basso: l’assemblea pomeridiana in Centrale

Lo sciopero dei tassisti è finito. O forse no. Detto altrimenti: le 48 ore di protesta autorizzata, proclamata in maniera unitaria dai sindacati, sono terminate allo scoccare della mezzanotte con un’adesione prossima al 100% e i soliti disagi per passeggeri e turisti in arrivo nelle stazioni e negli scali aeroportuali. Tuttavia, non è affatto detto che il blocco del servizio non prosegua in maniera spontanea: l’ala dura della base è sì minoritaria, ma ha già ampiamente dimostrato di poter trascinare il resto dei conducenti, come accaduto tra il 22 e il 27 giugno con i sei giorni di interruzione selvaggia. Fino a ieri sera, regnava la massima incertezza sull’argomento, e con ogni probabilità la decisione è arrivata nella notte, al termine dell’ennesima assemblea ai posteggi di piazza Luigi di Savoia.

La giornata ha rispettato il programma della vigilia, senza scossoni né iniziative estemporanee (come accaduto in altre città). In mattinata, è andato in scena il presidio di tre ore con 80 partecipanti in corso Monforte; e alle 13 una delegazione è stata ricevuta a Palazzo Diotti per esporre le ragioni della mobilitazione e chiedere al prefetto Renato Saccone di farsene portavoce con il Governo. In realtà, l’esecutivo sa già fin troppo bene qual è la richiesta dei tassisti: lo stralcio dell’articolo 10 del Dl Concorrenza, che, a loro parere, porterebbe a una totale deregulation del trasporto pubblico non di linea e spianerebbe la strada a Uber e alle multinazionali. A tal proposito, il viceministro alle Infrastrutture Teresa Bellanova ha chiarito più volte che quella norma non verrà messa da parte, dicendosi tuttavia pronta a proseguire il confronto "per chiarire meglio e puntualizzare". Una presa di posizione che pare aver convinto solo alcune sigle di categoria a fare un passo indietro sullo stralcio e ad accettare di andare avanti nel dialogo. Detto questo, nel pomeriggio i conducenti sono tornati a riunirsi in Centrale per ascoltare il resoconto dei delegati sull’incontro in Prefettura: al megafono, il presidente del Tam Claudio Severgnini e gli altri rappresentanti hanno riassunto quanto successo, assicurato il massimo impegno nella difesa della categoria e invitato i presenti a riprendere regolarmente il servizio dopo la mezzanotte.

Nelle stesse ore , però, tre brevi filmati in arrivo da Roma hanno contribuito non poco ad alzare ulteriormente la tensione: nei video, registrati da alcuni tassisti capitolini, si scorgono chiaramente i blindati della polizia piazzati davanti all’uscita del "polmone" (la zona di parcheggio temporaneo delle auto bianche prima della fila ai posteggi di carico) dell’aeroporto di Fiumicino, per impedire ai padroncini di mettere in atto un corteo improvvisato. Di più: attorno alle 19, ha preso a circolare nelle chat un "comunicato" che esortava tutti a unirsi ai colleghi di Firenze, che "domattina andranno in 50 a prendere un caffè a Bologna". Sottinteso: muoviamoci in massa verso l’Emilia. In serata la riunione-chiave in piazza Luigi di Savoia per decidere se andare avanti o fermarsi.

 

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