Sanità pubblica in Lombardia, tremila rinforzi. La gran parte sono infermieri e Oss

Nelle 8 Ats si arriva a quota 104mila lavoratori. In media +3%. "Il rafforzamento è una priorità"

Letizia Moratti, assessore al Welfare della Regione Lombardia

Letizia Moratti, assessore al Welfare della Regione Lombardia

 

Milano, 29 marzo 2022  - Nella sanità pubblica lombarda oggi lavorano, da assunte, oltre tremila persone più di quante se ne contassero nel 2019: i 104.021 dipendenti che risultavano alla fine dell’anno scorso in carico alle otto Ats, alle 27 Asst, ai quattro Irccs di diritto pubblico e all’Areu (aggiornati al 31 dicembre per gran parte delle aziende / agenzie, solo otto enti hanno fornito alla Regione un numero relativo a fine agosto o precedente), per il 73% donne, sottolinea su Twitter la vicepresidente e assessore al Welfare della Regione Letizia Moratti, erano esattamente 3.064 in più rispetto ai 100.957 di due anni prima, alla vigilia della pandemia da Covid-19. Un aumento complessivo del 3%, concentrato soprattutto tra gli operatori socio-sanitari (Oss), cresciuti del 9% arrivando a 10.199, ossia 834 in più di due anni prima, e tra il personale infermieristico, il più numeroso per distacco, aumentato del 4% da 39.650 dipendenti a fine 2019 a 41.357 a fine 2021, anche grazie all’inserimento degli infermieri di famiglia, che non c’erano nel 2019, erano solo 167 a fine 2020 e l’anno scorso sono diventati 781, contribuendo per il 46% all’incremento. "Il rafforzamento degli organici e la loro stabilizzazione sono una priorità della Regione e dimostrano l’impegno per rendere la sanità lombarda ancor più efficiente e capace di rispondere a esigenze crescenti di salute", ha spiegato Moratti.

Sono aumentati anche i medici dipendenti del servizio sanitario lombardo (al secondo posto per ampiezza d’organico), con una battuta d’arresto però perché erano cresciuti da 15.800 a 16.007 tra il 2019 e il 2020 e alla fine dell’anno scorso sono tornati a 15.890, con un incremento comunque dell’1% nei due anni. Hanno avuto una crescita proporzionalmente più importante i dirigenti sanitari e delle professioni sanitarie (+4%, da 1.944 a 2.031) e tecnico-amministrativi (+3%, da 705 a 729), il personale dedicato a vigilanza e ispezione, che si occupa anche della sicurezza sui luoghi di lavoro ed è passato da 1.812 a 1.858 unità (+3%), il personale amministrativo (+3%, da 11.641 a 12.035 assunti), gli assistenti sociali (+2%, da 897 a 915) e gli assistenti religiosi (ma il +3% equivale a un solo dipendente in più). È praticamente invariato, rispetto a due anni fa, l’organico dei tecnici sanitari e della riabilitazione, mentre diminuiscono, in controtendenza, i tecnici non sanitari (-3%) e soprattutto gli ausiliari, che si occupano ad esempio delle pulizie nei reparti, inquadrati come dipendenti della sanità pubblica: erano 1.958 nel 2019 e 1.636 l’anno scorso, meno 16%.

 

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