San Siro, Giunta pronta a chiedere 70mila posti Ma l’interesse pubblico può ancora attendere

L’assessore Tancredi: domani in Giunta la delibera sul dibattito pubblico. I punti da migliorare? La maggior capienza e gli aspetti ambientali. Ma non bastano le dichiarazioni di Sangiuliano per il sì al progetto

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di Massimiliano Mingoia

Un nuovo stadio di San Siro più capiente e un’area limitrofa più sostenibile dal punto di vista ambientale. La Giunta comunale è pronta a far sue alcune delle osservazioni emerse durante il dibattito pubblico sul nuovo impianto proposto da Milan e Inter, dibattito che si è concluso lo scorso 18 novembre con la relazione di Andrea Pillon. A due mesi dalla relazione finale, come previsto dalla legge, l’esecutivo di Palazzo Marino deve deliberare quali osservazioni di cittadini e associazioni accogliere e quali rigettare. Lo farà nella seduta di Giunta di domani.

L’assessore comunale alla Rigenerazione urbana Giancarlo Tancredi, a margine dell’aggiornamento sul progetto relativo alla nuova piazzale Loreto, anticipa alcuni degli obiettivi dell’amministrazione per migliorare il progetto presentato dai club, pronti a investire 1,3 miliardi di euro per realizzare il nuovo stadio – dove ora c’è il parcheggio del Meazza e il Parco dei Capitani – e il distretto sportivo e commerciale che dovrebbe sorgere al posto della Scala del calcio, destinata alla demolizione, vincoli monumentali permettendo.

Tancredi, intanto, osserva che "dal dibattito pubblico sono emersi una serie di spunti, poi raccolti anche nell’ordine del giorno approvato dal Consiglio comunale, che arricchiscono molto il progetto di Milan e Inter". Uno dei punti emersi con più forza nella relazione di Pillon riguarda l’aumento della capienza del nuovo stadio per garantire una fascia di posti a prezzi popolari. "Speriamo che la capienza del nuovo stadio possa essere ampliata oltre quella inizialmente prevista nel progetto delle squadre – afferma Tancredi –. Mi auguro che i club siano disponibili ad aumentare i posti, come già anno accennato informalmente. Ma bisognerà vedere quali saranno i loro atti formali. Un’ampliamento da 60 mila a 70 mila posti? La capienza di 70 mila è quella indicata nell’odg del Consiglio comunale. Settantamila posti è l’obiettivo". Il secondo tema sui cui modificare in meglio il progetto rossonerazzurro riguarda verde e sostenibilità. L’assessore parla di "attenzione agli aspetti ambientali, che non sono trascurati nella proposta iniziale dei club, ma il dibattito pubblico ha sottolineato alcuni aspetti su cui andare avanti".

Chiuso il capitolo dibattito pubblico, si apre quello sull’interesse pubblico. Due nodi distinti se non proprio distanti. "La separazione del dibattito pubblico e dell’interesse pubblico sul progetto è previste dalle leggi, sono due procedimenti distinti – continua Tancredi –. Intanto chiuderemo il primo procedimento. Dopodiché dovremo capire se Milan e Inter recepiranno le indicazioni del Comune sul progetto alla luce di quanto emerso nel dibattito pubblico. A quel punto valuteremo se assegnare l’interesse pubblico al progetto". Il nodo della questione resta il vincolo o meno sul Meazza. Il sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi l’ha invocato a più riprese ma è stato smentito dal ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, dal presidente del Senato Ignazio La Russa e dal ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini. Bastano al Comune queste smentite a mezzo stampa per deliberare l’interesse pubblico al progetto di Milan e Inter? L’assessore alla Rigenerazione urbana frena: "Vorremmo un’espressione formale del ministero della Cultura e degli enti competenti sul vincolo o meno sullo stadio Meazza". Le parole di Sangiuliano non chiariscono la situazione? "Con tutto il rispetto per le dichiarazioni del ministro alla stampa, bisognerà parlare anche di atti concreti. I procedimenti sono fatti di atti formali"

Luigi Corbani e Claudio Trotta, animatori del Comitato Sì Meazza, infine, non si arrendono: "Lo stadio Meazza può essere ammodernato e ristrutturato con un tetto “portante” coperto e un prato “retrattile “ che ne consentano un utilizzo 365 giorni all’anno".

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