San Siro e i suoi cilindri

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Francesco Felice

Buonfantino*

Erano anni belli, coraggiosi!. Siamo nel quartiere San Siro, in via Gavirate e ci si imbatte in uno strano edificio composto di tre cilindri uniti tra loro da un corpo in vetro. Opera innovativa degli architetti Angelo Mangiarotti e Bruno Morassutti che ricorda le sperimentazioni di Oscar Niemeyer a Brasilia. I lavori della palazzina sono iniziati nel 1959 e sono terminati nel 1962. L’opera era destinata alla cooperativa CZ1 di funzionari statali. La forma, curiosa e intrigante, ha fatto sì che gli appartamenti fossero molto luminosi e spaziosi. In ogni piano c’è solo un’abitazione dotata, sempre, di terrazzo-giardino. In tutto nove appartamenti, perché ogni cilindro è alto 12 metri e conta, quindi, tre piani. Uno dei cilindri al piano terra prevede un dieci appartamento destinato al custode. La struttura in vetro che collega i tre cilindri ospita ascensori e scale.

Le chiamano le “case del futuro” per la loro capacità di adattarsi alle esigenze dei propri abitanti. La forma circolare, infatti, consente di strutturare le camere e gli spazi interni come meglio si preferisce. Sicuramente gli arredi, come librerie e armadi saranno altrettanto creativi, dovendosi adattare alle mura circolari. Anche l’impianto strutturale è molto interessante: I tre cilindri sono sorretti da una colonna centrale che si allarga dal primo piano a salire dividendosi in diversi setti murari. Le facciate esterne mostrano un alternarsi di finestre e pannelli di legno in un gioco innovativo ripreso in seguito in molti altri edifici.. L’opera è una delle più importanti realizzate dai due architetti e nacque per soddisfare le regole urbanistiche imposte dal Comune. Il quartiere, infatti, era composto di palazzine isolate con molti giardini e l’irregolarità di questo lotto avrebbe reso complessa la realizzazione di una soluzione standard. Per questo i due architetti maturarono la coraggiosa proposta: un modo per garantire l’abitabilità dell’edificio senza modificare oltremodo un elemento già particolare di per sé. Milano ha sempre rappresentato una “palestra” per gli architetti coraggiosi e continua, anche ai nostri giorni, ad accogliere proposte interessanti anche se sono lontani i tempi delle soluzioni ardite come quelle di Morassutti e Mangiarotti.

*Gnosis Progetti

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