No green pass, su Telegram minacce di morte a Beppe Sala

La denuncia del primo cittadino di Milano. Indagano Digos, Polizia postale e pool antiterrorismo della Procura

Beppe Sala

Beppe Sala

Milano - Gli investigatori della Digos e della Polizia postale, coordinati dal capo del pool antiterrorismo milanese, il pm Alberto Nobili, stanno indagando sui messaggi di minacce contro il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, che sono comparsi sul gruppo Telegram 'Basta dittatura!-proteste', nel quale sono iscritti oltre ottomila No vax e No Green pass.

Messaggi di cui ha parlato lo stesso primo cittadino milanese, in un video pubblicato sulle sue pagine social. "Da alcune ore su Telegram si è scatenato il mondo dei no Green pass - ha detto Sala - ci sono i miei numeri di telefono, la mia email, si parla di decapitazione". Secondo il sindaco, le sue parole su come gestire le manifestazioni del sabato pomeriggio dei 'No Green pass' siano state travisati da alcuni giornali e questo avrebbe portato alle minacce in Rete.

Sala ha spiegato di avere partecipato alcuni giorni fa a una trasmissione televisiva, 'L'Aria che tira' su La7, dove gli è stato chiesto dei disagi che ogni sabato interessano Milano per la manifestazione dei no Green pass. "Io ho risposto che la polizia potrebbe fare solo una cosa, caricarli, cosa che ovviamente io capisco, il prefetto non intende fare - ha spiegato Sala - . Andando avanti poi dico che servirebbero più uomini e donne della polizia sul campo per contenerli, posto che l'opzione carica non esiste". Il giorno dopo "guardate cosa titolano due quotidiani. La Verità, 'Sala, la Polizia carichi i no Green pass'; Il Giornale 'Sala, giusto caricare i cortei no Green pass'. Prima di tutto querelerò i due giornali, poi cercherò di stare tranquillo. Ma voglio dire a tutti che inquesto momento non si scherza con il fuoco". 

Al sindaco Sala la solidarietà della "sua" Milano e della poitica. "Inaccettabili e preoccupanti". Cosi' il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana. "Al sindaco va la mia solidarietà  per queste azioni inqualificabili. Avendo vissuto e subito per mesi lo stesso 'trattamento', so bene di cosa stiamo parlando. Quindi ancora di piu' gli sono vicino personalmente e istituzionalmente".

"Siamo vicini ed esprimiamo tutta la nostra solidarietà e quella del mondo imprenditoriale al sindaco Sala per le gravissime minacce ricevute - ha commentato il presidente di Camera di commercio e di Confcommercio Milano, Carlo Sangalli - .  Minacce che rivelano una degenerazione molto preoccupante delle problematiche relative all'utilizzo del Green pass. Uno strumento grazie al quale sta ripartendo la vita civile ed economica del nostro Paese e di Milano. Ovviamente è più che legittimo il dissenso che però non può mai tradursi in espressioni ed azioni violente, compresa la paralisi delle città per manifestazioni non autorizzate".

Anche la segretaria del Pd di Milano, Silvia Roggiani, ha espresso la sua solidarietà al sindaco: "Episodi come questi ci dicono, anche, quanto sia pericolosa la disinformazione fatta da alcuna stampa. Esprimiamo al sindaco piena vicinanza per quanto accaduto e una ferma condanna rispetto a questi metodi. Nessuno spazio per chi usa e diffonde violenza". Per il consigliere comunale ed ex candidato sindaco del centrodestra, Luca Bernardo, c'è "una sola parola" da usare in questo caso e cioè "vergogna. Chi fa delle  minacce o delle intimidazioni il proprio metodo può solo essere condannato in qualsiasi società civile e democratica degna di questi aggettivi. Da Milano, capitale morale del Paese, giunga il monito più ermo. Massima solidarietà al sindaco, Giuseppe Sala". Gianluca Comazzi, capogruppo di Forza Italia in Regione Lombardia e consigliere comunale oltre ad avere espresso la sua solidarietà ha sottolineato come «in questa fase delicata il problema sono i facinorosi che soffiano sul fuoco della protesta, non i giornalisti che documentano i fatti, spesso rischiando la loro stessa incolumità. Il centrodestra chiede da anni più agenti a Milano: siamo felici che anche il sindaco abbia recepito questa istanza». 

 

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