A Rozzano il Cavalier Lino, 83 anni, investe sul futuro

L’imprenditore Forti allarga la sua attività (Bottega storica) e sogna l’onorificenza. "I giovani di oggi sono rovinati dal reddito di cittadinanza"

Lino Forti mostra una foto della sua officina nel 1962

Lino Forti mostra una foto della sua officina nel 1962

Rozzano - Ottantatré anni, e ancora tanta voglia di lavorare. Ogni giorno alle 7 arriva puntuale nella sua auto-officina, la stessa che ha fondato 50 anni fa e dove lo aiutano la moglie Eleonora e i figli Monica e Odoardo, oltre a un gruppo di operai. "Rimango fino alle 18, poi torno a casa e mi metto ai fornelli: amo cucinare". Lino Forti è di origine emiliana. Modenese, ha iniziato a respirare sin da piccolo l’atmosfera della Ferrari e il rombo dei motori, oltre alle fragranze di tigelle e gnocco fritto. Perciò, trapiantato nel milanese, ha fondato nel 1962 un elettrauto, a Rozzano. Un’attività che è tuttora attiva (in affiancamento ad una concessionaria di un noto marchio automobilistico) e che è valsa al suo titolare il riconoscimento di bottega storica tributato da Regione Lombardia. "Avevo solo sei anni quando, nel triangolo emiliano della morte, insieme ai miei paesani sono sfuggito per un soffio a un rastrellamento dei tedeschi. Altrimenti non sarei qui a raccontare la mia storia – spiega -. Ho aperto l’officina in via Curiel il 14 febbraio 1962. All’inizio ci lavoravo da solo, poi, quando l’attività ha iniziato ad ingranare, ho preso un garzone".

Nel 1992 il trasferimento in via Manzoni, sempre a Rozzano, attuale sede dell’attività che oggi dà lavoro a una decina di persone, "anche se è difficile, di questi tempi, trovare dei giovani da impiegare nel mestiere. Il reddito di cittadinanza ha rovinato tutto, la gente non ha più voglia di lavorare". È diverso invece per lui che, nonostante l’età e qualche problema di salute ("ho subìto 41 interventi chirurgici"), non ha mai smesso di presentarsi al lavoro. "Non m’impegno più come prima, ma la presenza la garantisco sempre. Il segreto è rimanere aggiornati, documentarsi. Ai giovani dico: imparate la tecnologia. Oggi i ragazzi sono svogliati, irrispettosi delle regole. Di certo non era così ai miei tempi. Il premio Bottega Storica? Una soddisfazione, significa che quello che si è seminato ha dato i suoi frutti . Un piccolo cruccio, invece, è non avere nipoti. E non avere ancora ricevuto il titolo di Cavaliere del lavoro, per il quale ho fatto domanda".

 

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