Rogo di via Antonini, in Procura i tecnici che diedero l’ok ai pannelli

Nell’ufficio del pm Petruzzella riuniti i periti del Tribunale e l’esperto che certificò la copertura esterna

Il palazzo avvolto e distrutto dalle fiamme

Il palazzo avvolto e distrutto dalle fiamme

Milano - Ieri pomeriggio sono stati convocati in procura i periti nominati dal pm Marina Petruzzella: l’ingegner Arnaldo Bagnato, milanese, specializzato in incendi e crolli e l’architetto Roberto Maccabruni, al quale già nei giorni scorsi il dipartimento guidato dal procuratore aggiunto Tiziana Siciliano aveva affidato il compito di ricostruire le dinamiche della progettazione e costruzione del palazzo, in particolare la regolarità rispetto a norme e regolamenti edilizi. Parliamo del palazzo di via Antonini, della Torre di 18 piani che è bruciata come un fiammifero a fine agosto, un incendio che solo per un soffio non si è trasformato in tragedia.

I due periti della procura affiancavano ieri un tecnico dell’"Istituto Giordano" di Bellaria, responsabile della certificazione sui pannelli che avrebbero dovuto essere di un materiale altamente ignifugo. Il tecnico ha spiegato che la certificazione da lui firmata, e risalente al 2009, classificava il materiale come di "classe prima", che allora significava, per la normativa italiana, materiale ignifugo. Il tecnico, che oggi non lavora più per quell’azienda, ha anche spiegato che determinati materiali di determinate classi sono più o meno performanti se utilizzate a pavimento, a muro o come pannelli esterni, per giunta con un canale per l’aria. Insomma un discorso molto tecnico e molto complesso per la ricchezza di "interpretazioni" dovute al diverso utilizzo. La certificazione del 2009 è relativa quindi al materiale e non al loro posizionamento, inoltre cambia parametri per l’Italia o per l’Europa.

Questi elementi verranno chiariti dalle relazioni finali dei periti. L’ingegner Bagnato è l’unico che è entrato nel palazzo con un video scanner che ha ripreso in autonomia le immagini a 360 gradi di ogni piano. Intanto la procura ha iscritto nel registro degli indagati i principali attori coinvolti nel disastro anche per dare loro la possibilità di costruirsi una difesa, di nominare un avvocato e, a loro volta, un consulente per l’incidente probatorio. Sull’altro fronte, quello dell’innesco, ormai stabilito (anche con i filmati) che è dal balcone del 15esimo piano che è partito il fumo nero, ed è escluso il cortocircuito dal momento che l’elettricità dell’appartamento era stata staccata dall’inquilino settimane prima, alla partenza per le ferie.

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