"Rider, ora un fronte comune". E il nuovo segretario Cisl chiama i sindacati

Una lotta contro "forme di lavoro grigio che stanno aumentando giorno dopo giorno", impieghi “on demand” e sempre più precari nell’era della gig economy

IMPEGNO A sinistra il nuovo segretario Cisl Milano, Carlo Gerla

IMPEGNO A sinistra il nuovo segretario Cisl Milano, Carlo Gerla

Milano, 15 giugno 2018 - Una lotta contro «forme di lavoro grigio che stanno aumentando giorno dopo giorno», impieghi “on demand” e sempre più precari nell’era della gig economy. Dare una «risposta forte» a giovani che non si sentono rappresentati dal sindacato, essere «presenti» nelle aziende in un territorio in bilico tra crisi e ripresa. Sono gli impegni del nuovo segretario della Cisl Milano Metropoli, Carlo Gerla, eletto ieri dal consiglio generale del sindacato. Prende il posto di Danilo Galvagni, chiamato a Roma per ricoprire l’incarico di vicepresidente Adiconsum. Sul tavolo anche la questione dei rider, in centinaia solo a Milano, che lavorano nel precariato più spinto. «Bisogna affrontare il problema e arrivare a stabilizzare il lavoro - spiega Gerla - stiamo lavorando con la struttura confederale nazionale per avanzare proposte concrete, senza lanciare slogan». Un fronte comune con gli altri sindacati, perché «le battaglie si vincono con un percorso unitario». «Abbiamo bisogno di dare dignità a tutti i lavori - spiega il segretario generale Cisl Annamaria Furlan, presente all’assemblea - compresi i cosiddetti “lavoretti”.

Intanto oggi la Filt-Cgil di Milano ha organizzato un presidio davanti alla Prefettura, per chiedere al Governo di «regolamentare un settore del lavoro giovanile oggi gestito in modo selvaggio». Sul tema del lavoro il nuovo segretario Cisl Milano Metropoli promette quindi un «confronto concreto e duro se necessario», con «uno spirito innovativo». Pavese classe 1961, Gerla ha iniziato la militanza sindacale come delegato in un’azienda del settore della gomma/plastica. Dal 2015 è nella segretaria della Cisl di Milano. Da ieri è al timone di un’organizzazione con 180mila iscritti. «Lavoratori, disoccupati, giovani, pensionati, famiglie in difficoltà, immigrati, fasce deboli, gli “ultimi” nei luoghi di lavoro - spiega - da qui vengono le domande a cui deve dare risposta il sindacato. Dobbiamo essere sempre più presenti nelle aziende e sul territorio».

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