Rapina in banca a Milano, la pista porta a Napoli: il tunnel forse scavato mesi prima

Il colpo di piazza Ascoli: il bottino un mezzo flop, svuotate solo 7-8 cassette di sicurezza La polizia passa al setaccio chilometri di fognature

Rete sotterranea al setaccio dopo il colpo in banca

Rete sotterranea al setaccio dopo il colpo in banca

Milano, 5 novembre 2020 - L'inflessione nella voce chiaramente percepita dal direttore della banca, ammesso che non sia stata simulata ad arte per confondere le acque. I precedenti di blitz identici tra Lombardia ed Emilia Romagna. E quella tecnica così particolare che solo bande esperte sono in grado di mettere in pratica con efficacia.

Tasselli di un puzzle tutto da assemblare, ma che sembrano spingere le indagini sul colpo di mercoledì mattina in piazza Ascoli a Milano verso la pista di un gruppo di rapinatori napoletani specializzati negli assalti ai caveau da tunnel sotterranei. Certo, ragionano gli investigatori, non sono i soli ad avere il know-how criminale necessario per mettere in piedi un piano simile, ma le probabilità che si tratti di una batteria partita dalla Campania sono alte. E, stando a quanto apprende il Giorno , una parte dei primi accertamenti degli agenti della Squadra mobile, coordinati dal pm Elio Ramondini e dal dirigente Marco Calì, ha acceso i riflettori proprio sugli agguati del recente passato e su chi li ha organizzati e realizzati: ad esempio, i nove uomini d’oro della rapina da 3 milioni di euro a una filiale di Intesa a Parma del 31 ottobre 2017 (e sospettati di essere entrati in azione pure il 12 agosto 2016 alla Banca Popolare di Novara di viale Regina Giovanna a Milano) risultano attualmente ai domiciliari, dopo il fermo eseguito dai carabinieri il 21 maggio 2018 e le condanne in primo grado fino a 10 anni di reclusione per associazione a delinquere il 5 marzo 2019; di conseguenza, i componenti della gang, tutti originari di Giugliano, Mugnano di Napoli e Villaricca, sono stati depennati dalla lista.

L’aspetto tecnico dell’inchiesta si sta concentrando invece sui filmati registrati dalle telecamere di videosorveglianza interne (prima che uno dei sette rapinatori le oscurasse con una bomboletta spray) ed esterne: è possibile, infatti, che almeno uno della banda sia entrato in banca o ci sia passato davanti nei giorni precedenti per studiarne la piantina e capire come entrarci dal sottosuolo. D’altro canto, fanno notare gli inquirenti, è altrettanto verosimile che il primo tratto del cunicolo di alcuni metri tra le fogne e il pavimento del piano interrato sia stato scavato alcuni mesi fa, lasciando solo la parte finale per l’immediata vigilia; sul posto, gli agenti della Scientifica hanno trovato mazze e picconi. Al setaccio, con l’aiuto di Metropolitana Milanese, l’intera rete sotterranea, che si estende per 1.500 chilometri ed è dotata di un tombino ogni 30 metri (per un totale di 43mila): in corso analisi a cerchi concentrici a partire dal punto più vicino alla Crèdit Agricole di piazza Ascoli e allargandosi via via che non si trovano tracce della fuga. In fuga sì, ma con un bottino meno consistente del previsto: delle 30 cassette di sicurezza forzate due giorni fa, solo 7-8 erano piene di soldi e oggetti preziosi dei proprietari; che verranno contattati uno per uno dalla polizia per fare un inventario del malloppo.  

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro