Severini Melograni
Cara Nonna, sono passati ormai due anni dalla seconda ondata di Covid e forse aver dimenticato tutto quello che abbiamo passato non è stata la scelta migliore. I miei due nipoti Claudio e Francesco avevano rispettivamente 12 e 14 anni, ora sono adolescenti e quel periodo di lockdown li ha segnati profondamente. Claudio,il più piccolo vive letteralmente incollato al suo tablet, non esce quasi mai, e non ha interesse per nessun tipo di attività, in particolare fisica. Sono molto preoccupato per lui. Non gli interessa la scuola, non ha amici e non li vuole, non parla con i genitori e pochissimo con suo fratello. Vorrei tanto avere un consiglio da lei.
Nonno Alberto
Caro Nonno, questa lettera è una delle tante, troppe che ricevo! Un’attenta e brava avvocatessa, Iside Castagnola, che fa parte del Comitato Media e Minori del Ministero dello Sviluppo Economico e che lavora proprio per combattere tutti i problemi dei ragazzini italiani, mi dice che gli adolescenti e i preadolescenti che vivono in questo modo anche in Italia sono davvero tanti. Colpa del Covid? Delle famiglie? Della scuola? Forse un po’ di tutto questo. Ma il nostro compito di nonni è porre rimedio e trovare ogni strada per garantire ai nostri nipoti una gioventù serena. Sono reduce da una bellissima due giorni sul “calcio comunità educante“ alla comunità Incontro di Amelia, dove il professor Garattini ha parlato proprio del ruolo di noi nonni rispetto alla salute fisica e mentale dei nostri nipoti. Dobbiamo lavorare tutti insieme e il calcio può essere il vero grande canale di comunicazione per coinvolgere, direi quasi “far innamorare della vita “ i nostri nipoti. Io ci sono Nonno Alberto, le risponderò in privato per segnalarle un buon servizio di aiuto. I nostri ragazzi hanno bisogno di terapeuti capaci e sensibili: poi il calcio farà il resto.
Sua Nonna severini.paola@gmail.com