Quarto Stato, Sala punta al trasloco: a luglio potrebbe andare alla Gam

Da oggi al 30 giugno sarà a Firenze. Il sindaco: non è scontato che torni al Museo del Novecento

Il Quarto Stato

Il Quarto Stato

Milano - Milano-Firenze, andata e ritorno. “Il Quarto Stato’’ di Giuseppe Pellizza da Volpedo, uno dei più celebri quadri italiani realizzati tra l’Ottocento e il Novecento, da oggi – in occasione della festa dei lavoratori che l’opera rappresenta – al prossimo 30 giugno sarà esposto nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, a Firenze. Ma quando il capolavoro di Pellizza da Volpedo tornerà a Milano, non è detto che venga ricollocato nel Museo del Novecento di Piazza Duomo, anzi, è molto probabile che troverà una nuova casa, in una sala più grande, in grado di valorizzarne di più la visione da parte dei cittadini, un po’ come avverrà nei prossimi due mesi nello storico Salone fiorentino all’interno della sede del Comune.

È il sindaco Giuseppe Sala, ieri in trasferta nel capoluogo toscano proprio per la presentazione della mostra nella città del Giglio, ad ammettere che il ritorno del “Quarto Stato’’ seguirà un percorso probabilmente diverso in vista del ritorno nella città della Madonnina: "Una collocazione diversa del Quarto Stato a Milano? Il dibattito è già riaperto. Noi stiamo pensando a dove metterlo e quindi non è scontato che ritornerà nel Museo del Novecento. Ci stiamo ragionando".

Poco dopo, l’assessore milanese alla Cultura Tommaso Sacchi, scrive in un tweet: "In molti mi chiedono dove andrà “Il Quarto Stato’’ una volta finita la mostra a Palazzo Vecchio. Decideremo “a bocce ferme’’ insieme a chi dirigerà il Museo (a breve la nomina) come valorizzare ulteriormente uno dei capolavori del patrimonio artistico di Milano e di tutto il Paese".

L’ipotesi più probabile, almeno per ora, è quella di un trasferimento dell’opera nella Galleria d’Arte Moderna (Gam) di via Palestro, che potrebbe garantire di esporre il capolavoro in una sala più grande rispetto a quella dov’è stato collocato finora all’interno del Museo del Novecento. Palazzo Marino avrà tempo due mesi per prendere una decisione definitiva, ma il fatto che il quadro sia già stato spostato per raggiungere Firenze spinge l’amministrazione comunale a trovare entro il 30 giugno una collocazione più consona per il capolavoro di Pellizza da Volpedo. Un capolavoro che secondo Sala mantiene sempre una sorprendente attualità, a dispetto degli anni che passano: "Il lavoro oggi è centrale, il Quarto Stato nel Medioevo francese era composto da contadini e poi con la rivoluzione industriale dal proletariato. Oggi, a mio parere, il Quarto Stato è un insieme molto largo, che rischia di allargarsi. Penso a un lavoratore del call center che prende 600 euro per lavorare 32 euro alla settimana. Dunque va molto bene dare visibilità a quest’opera per il messaggio che porta, va molto bene che sia a Firenze per il 1° maggio e che le due città collaborino".

Resta da sciogliere un altro nodo, da qui ai prossimi due mesi. Come ricambierà Firenze il prestito del “Quarto Stato’’ avuto da Milano? Quale opera o quali opere saranno destinate a trasferirsi temporaneamente nel capoluogo lombardo? Una decisione per ora non c’è e Sala non sembra avere fretta di individuare la contropartita artistica: "Ne parleremo con il sindaco di Firenze Dario Nardella. Abbiamo anche la fortuna che il nostro assessore alla Cultura (Sacchi, ndr) era assessore a Firenze. Ci sarà un buono scambio". Nel nome della cultura.

 

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