Corruzione, Mantovani: "Garavaglia mi chiamò, ma io non trattavo appalti"

Il processo vede coinvolto anche il viceministro dell'Economia Massimo Garavaglia

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Milano, 4 luglio 2018 - "Garavaglia non è che mi informò di questa cosa, lui mi disse al telefono 'ma cos'è sta cosa della Croce Azzurra?', ma io non mi sono mai occupato di appalti, non sapevo nemmeno di che cosa si trattasse". Così l'ex vicepresidente della Regione Lombardia Mario Mantovani, arrestato nell'ottobre del 2015, interrogato in aula ha parlato di uno dei capi di imputazione al centro del processo milanese, quello che lo vede accusato di turbativa d'asta assieme a Massimo Garavaglia, viceministro dell'Economia ed ex assessore all'Economia della Regione Lombardia, anche lui imputato, assieme ad altre persone. Mantovani e Garavaglia, secondo le indagini del pm Giovanni Polizzi, nel 2014 si sarebbero attivati assieme, attraverso l'ex dg della Asl Milano 1 Giorgio Scivoletto, per "vanificare gli esiti del bando" della gara da 11 milioni di euro indetta "in forma aggregata" da tre Asl per il servizio di trasporto di persone dializzate. Una gara a cui, secondo la ricostruzione, non aveva potuto partecipare la Croce Azzurra Ticinia Onlus.

Agli atti era finito un sms tra Mantovani, anche accusato di corruzione e concussione per altri fatti, e Garavaglia del marzo 2014 nel quale il secondo segnalava al primo il "problema bando dializzati e Croce Azzurra". E in una telefonata successiva Garavaglia diceva a Mantovani che la gara metteva "fuori gioco la Croce Azzurra", prevedendo dei "paletti" e quindi escludendola. Il viceministro, difeso dai legali Jacopo e Gaia Pensa, sia in fase di indagini, facendosi interrogare, sia nel dibattimento si è sempre difeso dall'accusa spiegando di non essere mai intervenuto di persona su quella gara e ribadendo di aver riportato solo "una doverosa segnalazione" su un problema con una telefonata a Mantovani, che all'epoca era assessore regionale alla Sanità. "Quando il presidente della Croce Azzurra mi chiese un appuntamento nel mio ufficio di Arconate - ha spiegato oggi Mantovani davanti alla quarta penale - e mi ha raccontato tutta la questione, io ho chiamato Scivoletto perché era sabato pomeriggio e non sapevo chi altro chiamare per avere delle informazioni, perché non sapevo di che gara si trattasse". E ancora Mantovani: "Io nella telefonata a Scivoletto gli dico anche 'non è che volete favorire qualche privato?', questo era il mio dubbio, perché io, unico nel centrodestra, non sono favorevole alla sanità privata, quando si tratta di mettere in mano un servizio per i malati ad aziende private che fanno business". Il pm Polizzi in una fase dell'interrogatorio ha contestato a Mantovani che stava facendo "un comizio" e ha fatto notare, come scritto anche nel capo di imputazione, "che una gara, come avvenuto in questo caso, si può turbare anche facendola fallire e lasciando così il servizio in mano alle associazioni che interessano".

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