Cassano d'Adda, Luigi Saita: "Io, lettore sin dal primo Giorno"

Ha acquistato il giornale dall’uscita in edicola nel 1956

Luigi Saita

Luigi Saita

Milano, 18 luglio 2019 - Lettore del Giorno sin dalla comparsa in edicola del quotidiano milanese nel 1956, Luigi Saita festeggia oggi il 97esimo leggendo la propria storia sulle pagine di quel quotidiano a cui ha giurato fedeltà da più di sessant’anni.

Il racconto della sua vita lo riporta al periodo del militare in tempo di guerra ma anche all’amore per la famiglia e a quello per la sua squadra del cuore, l’Inter del mago Helenio Herrera: «Avevo sei anni quando mio padre mi portò a vedere una partita dell’Inter, grande emozione». Dal papà eredita quindi la passione per il tifo nerazzurro: «Quella volta nel 1964 che l’Inter portò a casa la Coppa intercontinentale non vedevo l’ora di leggere sulle pagine del Giorno l’avventura dei ragazzi di Herrera, la prima squadra italiana ad alzare in alto la Coppa del mondo per club, una grande soddisfazione».

Il nostro quotidiano è stato parte integrante nella vita dell’anziano, cassanese d’adozione: «Ricordo quel giorno della prima uscita in edicola. Tutti parlavano di questo nuovo quotidiano, mi ero incuriosito e quindi ne avevo comprata una copia. Mi colpì subito l’impostazione grafica delle pagine, che consentiva di leggere gli articoli con semplicità. Ne fui subito conquistato. Da allora è diventato il mio giornale preferito, che non manco di acquistare in edicola da ben 63 anni».

Fra le notizie eclatanti da ricordare, non solo l’Inter. «Negli anni passati credo nessuno di noi ritenesse possibile atterrare sulla luna, ma poi in quel mese di luglio del 1969 l’America ci disse che si poteva fare. Ricordo la commozione nel leggere la notizia di quel traguardo raggiunto dall’uomo».

Forte il ricordo della sua gioventù vissuta da militare nel periodo bellico: «La mia giovinezza è stata travolta dalla distruzione e dal dolore causato della guerra. Un periodo che non amo ricordare in modo particolare». Nato a Bagnolo Cremasco (Cremona) giunge a Cassano nel 1949 dopo il matrimonio. Una vita, la sua, tutta dedicata al lavoro e alla famiglia, per 31 anni dipendente alla Bianchi nello stabilimento di Milano prima ed in seguito in quello di Treviglio (Bergamo).

Raggiunta l’età pensionabile, riceve dall’azienda la Benemerenza per il suo impegno. Nel 2001 il dolore per la morte della moglie. Vedovo, Luigi vive con il suo unico figlio, Ernesto, sempre attento all’attività della sua Inter e tenendosi informato sui fatti quotidiani sfogliando il suo giornale preferito, dove oggi può leggere gli auguri per la sua giornata speciale.

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