Prima sera di maggio Su, speriamo

Enrico

Beruschi

Mese che riempie di speranze, il tempo sempre più bello, per chi crede è il mese dedicato alla Madonna: quando ero ragazzo era l’ideale aspettare le giovani amiche al ritorno dalla chiesa per il Rosario. L’inizio è clamoroso: la festa dei lavoratori e tutti siamo o siamo stati o vorremmo essere lavoratori; peccato che c’è sempre qualcuno che rimesta nel torbido e rovina la gioia della festa. La televisione ha mostrato un sindacalista che sembrava la brutta copia di Peppone, solo che Gino Cervi recitava benissimo, mentre questo qui sembrava una macchietta, una vignetta mal riuscita; si vedevano ancora delle bandiere rosse sullo sfondo, spero che non fossero quelle con la falce e il martello, in un momento in cui la Russia non fa certo rimpiangere l’Unione sovietica e ne abbiamo già piene le scatole (per essere gentili ed educati). Salto anch’io di palo in frasca, come fanno i programmi televisivi: sentito l’ultima? Pare che le emissioni più pericolose per il riscaldamento globale siano quelle delle nostre povere e simpatiche mucche: finora sapevamo che davano il latte, la carne e via dicendo; adesso no, sono delle assassine, peggio di un leone e una tigre: mangiano, digeriscono e poi . . . fanno la cacca direbbe un bambino. No! Quello è solo un particolare, il problema grosso sono i venti, cioè l’aria, insomma, mi avete capito, no? Pare che i gretini stiano organizzando la strage dei bovini, più pericolosi delle famose cavallette di egiziana memoria. Non mangeremo più carne e vedremo anche di evitare fagioli, ceci e roba del genere. Buon mese di maggio.

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