Porsche d’epoca coi soldi del capannone

Nuovo sequestro nel caso Lombardia Film Commission. Scontro Comune-Regione sul commissariamento

Il capannone al centro dell'inchiesta

Il capannone al centro dell'inchiesta

Dopo le villette sul lago di Garda, la Porsche. La Guardia di Finanza di Milano, su disposizione della Procura, ieri ha sequestrato in via d’urgenza un’auto d’epoca a Fabio Barbarossa, cognato del commercialista Michele Scillieri, entrambi tra gli arrestati nell’inchiesta sull’affaire Lombardia Film Commission (Lfc) e sulla presunta creazione di fondi neri per la Lega. La Porsche 356 A Coupè del 1959 era stata acquistata da Barbarossa, amministratore formale della società Andromeda, a un prezzo inferiore al valore di mercato e cioé per 30 mila euro, con denaro proveniente dalla vendita “gonfiata“ a Lfc del capannone di Cormano e quindi ritenuto frutto del peculato.

Secondo le prime stime, infatti, l’auto varrebbe circa 80 mila euro. E il timore di un blitz emerge anche da una intercettazione tra i due cognati "Quindi devo ridare dentro la Porsche - dice Barbarossa – me la portano via?". Un’operazione che si aggiunge al sequestro delle villette sul lago di Garda acquistate dai commercialisti legati al Carroccio Alberto Di Rubba e Andrea Manzoni, entrambi ai domiciliari. Intanto il presunto prestanome del commercialista Scillieri, Luca Sostegni, che ha collaborato con la magistratura milanese ieri è stato scarcerato ed è andato agli arresti domiciliari nella casa di un amico sulle colline parmensi. Il gip Giulio Fanales, ha accolto, infatti, la richiesta del difensore, l’avvocato Giuseppe Alessandro Pennisi, a cui la procura ha dato parere favorevole, evidenziando "la proficua collaborazione fornita dall’indagato allo sviluppo delle indagini". Originario di Montecatini Terme, 62 anni, Sostegni era stato fermato lo scorso 15 luglio per via del pericolo di fuga, poiché viveva tra l’Italia e il Brasile, Paese dove si era trasferito dopo aver trovato una nuova compagna e dove ha aperto una pizzeria. Nei mesi scorsi ha reso molti interrogatori davanti al procuratore aggiunto Eugenio Fusco e al pm Stefano Civardi rivelando, tra l’altro, altre operazioni in tandem con Scillieri e su cui ora si sta scavando.

E il caso Lombardia Film Commission torna anche sui tavoli della politica. La fondazione con soci Regione Lombardia e Comune di Milano, nata per promuovere il territorio come set per film, fiction, spot e produzioni audiovisive, secondo l’assessore alla Cultura di Palazzo Marino Filippo Del Corno va commissariata. In commissione consiliare, ieri, ha evidenziato la "evidente non volontà del vertice della Fondazione Lombardia Film Commission di cambiare passo rispetto a una situazione ampiamente compromessa". Non è dello stesso avviso Stefano Bruno Galli, l’assessore alla Cultura della Lombardia, di opposto colore politico. La Regione, spiega. "ha piena fiducia nell’operato dell’attuale organo amministrativo e, in particolare, del neo presidente della Film Commission, il professor Alberto Dell’Acqua, che sta dimostrando competenza e un alto profilo manageriale. E che, con i fatti, ha già sfoderato un bel cambio passo, risolutamente e senza indugi. Anzitutto ha recuperato un annoso credito nei confronti di Unioncamere".

 

 

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