
Elisabetta Pietta, 62 anni, in pensione da dicembre, volontaria al Bilancio
MILANO – In totale, attualmente, sono 29. Parliamo dei dipendenti comunali andati in pensione che preferiscono restare a lavorare per Palazzo Marino, seppur a titolo gratuito. Un paio d’anni fa, “Il Giorno“ aveva raccontato la storia di Pasquale Frezza, Mr Galleria, perché una volta andato in pensione ha deciso di restare negli uffici comunali per occuparsi dei problemi e, soprattutto, delle soluzioni per mettere al sicuro le strutture del Salotto dei milanesi, uno degli immobili simbolo della città. Ma Frezza non è stato il solo.
È l’ultimo caso in ordine di tempo. Ma non l’unico, come abbiamo raccontato qui sopra (in totale i pensionati stakanovisti in Comune sono 29). Elisabetta Pietta, 62 anni, sposata, un figlio di 24 anni, funzionaria dei servizi economico-finanziari nella Direzione Bilancio e Partecipate di Palazzo Marino, è andata in pensione lo scorso 17 dicembre ma gli è stato proposto di rimanere a lavorare pro bono, cioè a titolo gratuito. E ha accettato con entusiasmo.
Dottoressa Pietta, perché ha deciso di restare in Comune e di non godersi la meritata pensione? Passione per il suo lavoro? Senso del dovere?
“Ho accettato la proposta per senso di responsabilità: io e gli altri colleghi che sono rimasti a lavorare dopo la pensione siamo consci che come funzionari pubblici il nostro lavoro aiuta a rendere servizi alla città. Nel mio caso specifico, io sono rimasta anche per completare un lavoro che ho coordinato negli ultimi mesi: l’amministrazione sta cambiando il sistema operativo del bilancio. E di una parte di questo sistema di contabilità analitica mi sono occupata in prima persona. C’è ancora qualcosa da sistemare e sono il referente di questo progetto. Non solo. Ho deciso di rimanere a lavorare in Comune per garantire un passaggio di consegne lineare: il funzionario che dovrà sostituirmi non è stato ancora nominato. Nel frattempo, non volevo lasciare soli i miei colleghi, visto che ci sono scadenze e relazioni da preparare. Dunque ho accettato di lavorare pro bono”.
Fino all’aprile 2025. Ma non è escluso che il suo rapporto con il Comune continui. Giusto?
“Il dottor Roberto Colangelo, direttore del settore Bilancio e Partecipate di Palazzo Marino, mi avrebbe confermato l’incarico anche oltre aprile, ma ho dei genitori molto anziani, che magari nei prossimi mesi potrebbero avere più bisogno di me. Dunque, per ora, resterò fino ad aprile. Poi vedremo”.
Facciamo un passo indietro. Quando è entrata a lavorare in Comune?
“Nel 1986. Non ero ancora laureata. Poco dopo, mi sono laureata in Scienze politiche in Statale mentre già lavoravo. In seguito il Comune, a cui sono grata, mi ha dato la possibilità di fare un master biennale in Management pubblico al Politecnico di Milano. Io mi sento una funzionaria pubblica vecchia scuola”.
In che senso?
“Ad esempio, quando è stato introdotto il lavoro agile in Comune, io mi sentivo in colpa a stare in casa a svolgere le mie funzioni. Certo, si riesce a lavorare bene anche in smart working, soprattutto quando si è stati costretti a farlo a causa del lockdown, ma per me il lavoro è una cosa seria e c’è bisogno di avere rapporti diretti con i propri colleghi per svolgerlo al meglio”.
Dov’è il suo luogo di lavoro?
“Palazzo Beltrami, il Palazzo della Ragioneria, vicino a Palazzo Marino, dove c’è la sede dell’assessorato al Bilancio. Ma ho frequentato molto anche Palazzo Marino e l’aula del Consiglio comunale durante la sessioni di bilancio. Mi è capitato anche di uscire di casa alle 7 del mattino e di tornare a casa alle 7 del mattina dopo, a causa delle sedute notturne sui conti comunali”.
Cosa dicono suo marito e suo figlio della sua scelta di restare a lavorare gratis?
“Mio figlio mi appoggia. Mio marito, che lavora in una multinazionale, fin da prima di questa mia scelta era stupito del fatto che nel Comune di Milano si lavori così tanto”.
Ultima domanda: negli ultimi anni è veramente così difficile far tornare i conti del Comune a causa del taglio dei trasferimenti dallo Stato?
“Sì. Ma il bravo assessore al Bilancio Emmanuel Conte e il settore in cui lavoro fanno di tutto per far quadrare i conti e assicurare i servizi ai milanesi”.