Pedofilia, obbligo di curarsi dopo il carcere: primo caso

I giudici della sezione autonoma misure di prevenzione hanno disposto con decreto che l'uomo dopo la scarcerazione debba prendere contatto col presidio criminologico territoriale del Comune di Milano

Maltrattamenti su minori (Foto d'archivio Ansa)

Maltrattamenti su minori (Foto d'archivio Ansa)

Milano, 5 maggio 2016 - Il Tribunale di Milano ha stabilito l'obbligo di curarsi per una persona condannata per pedofilia dopo aver scontato la pena in carcere. I giudici della sezione autonoma misure di prevenzione hanno disposto con decreto che l'uomo, 41 anni, dopo la scarcerazione debba prendere contatto col presidio criminologico territoriale del Comune di Milano dove opera un medico che già lo ebbe in cura nel carcere di Bollate, "per concordare un programma di osservazione e di trattamento finalizzato al contenimento e al superamento delle sue tendenze sessuofobe e pedofiliche con individuazione di un programma che sarà predisposto dagli operatori del presidio".

Nel provvedimento, i giudici, presieduti da Fabio Roia, evidenziano come il consenso fornito dal paziente a questo percorso di cura sia decisivo per superare una violazione eventuale dell'articolo 32 della costituzione secondo il quale "nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge".

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