Pediatra in pensione Scoperti 3mila pazienti

Il sindaco Dario Veneroni: "Terza tegola in pochi mesi. Le famiglie chiedono risposte. per la salute dei bambini"

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di Barbara Calderola

"Adesso i pazienti scoperti sono saliti a 3mila". Famiglie sul piede di guerra e sindaco infuriato a Vimodrone, "il trasferimento, legittimo, di una delle quattro pediatre è la seconda tegola che ci piove sulla testa in pochi mesi. Anzi la terza. Prima c’era stato il trasloco di un altro medico di famiglia, dopo l’interruzione della continuità assistenziale, mai rientrata in servizio", ricorda Dario Veneroni . Ad agosto il primo cittadino aveva già scritto ai vertici di Ats all’assessore al Welfare Letizia Moratti "per chiedere una soluzione urgente". E adesso torna alla carica, ieri ha affidato tutte le sue proprie preoccupazioni a una seconda missiva. "Capisco la complessità del tema, ma bisogna dare risposta ai cittadini che si vedono leso il diritto costituzionale della scelta del dottore – spiega –. La ridistribuzione degli iscritti che si erano ritrovati orfani sui camici in servizio a Segrate non è così semplice: per la maggior parte sono anziani con difficoltà di spostamento. Ora allarghiamo il problema alle giovani mamme, spesso senza macchina".

L’Azienda sanitaria aveva "invitato i pazienti a organizzarsi su Segrate", ma per il Comune "non è la soluzione". "Non ho ancora ricevuto risposte, tranne dal distretto, ma si parla sempre della carenza di personale. La gente crede che l’amministrazione possa intervenire direttamente, ma non è così – chiarisce Veneroni – il mio è un appello accorato. Alla fine del concorso tre specialisti hanno scelto proprio Segrate come sede, i nostri vicini adesso hanno sei pediatri e noi tre. Abbiamo la metà degli abitanti, ma siamo pur sempre 17mila. Serve un sostituto".

Pur di centrare l’obiettivo il Comune è disposto ad andare incontro al professionista interessato a trasferirsi: "Abbiamo a disposizione gli spazi al primo piano dell’ex poliambulatorio ristrutturato in via Battisti dove sono già al lavoro le altre tre colleghe: l’affitto sarebbe calmierato".

Il telefono squilla senza sosta, dall’altra parte del filo, i malati senza condotta, un copione che si ripete. "La verità è non sanno cosa fare per avere una ricetta, o per la prescrizione di una visita di controllo". Ci sarebbe anche un “piano B“: "Chiedere alle dottoresse di aumentare la capienza. Ma questo spetta alle autorità sanitarie".

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