Partecipate comunali, lite sul terzo mandato

Pronta la delibera: allarme Covid, sì alla proroga triennale. Rinnovo possibile per Ferrero (Sogemi), Castelli (Sea) e Azzone (Arexpo)

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di Massimiliano Mingoia

Via libera al terzo mandato. In altre parole, basta con il limite di due mandati per restare al vertice delle società partecipate del Comune. La proposta di delibera consiliare che punta a cambiare il Regolamento che disciplina le nomine nelle società controllate dal Comune è pronta e ieri pomeriggio è stata illustrata durante la commissione Partecipate di Palazzo Marino.

Il documento motiva la proroga per altri tre anni (nove anni complessivi) dei mandati dei manager con l’emergenza Covid, sottolineando che "un’approfondita conoscenza da parte degli amministratori delle specifiche realtà aziendali (...) può offrire un elemento favorevole al superamento delle criticità, consentendo l’individuazione ed adozione con la dovuta tempestività delle complesse e mirate azioni correttivemigliorative necessarie". La delibera, che ha ricevuto l’ok dalla Giunta guidata dal sindaco Giuseppe Sala lo scorso 11 febbraio, dovrebbe essere approvata lunedì o giovedì in Consiglio comunale. I tempi stringono, perché il bando per il rinnovo dei vertici di alcune partecipate è partito il 3 febbraio e si chiuderà il 17 marzo. Secondo alcune indiscrezioni provenienti da Palazzo Marino, il sì al terzo mandato rende possibile, per non dire probabile, il rinnovo dell’incarico per tre manager: il presidente di Sogemi (Ortomercato) Cesare Ferrero, la presidente di Sea (aeroporti di Linate e Malpensa) Michaela Castelli e il presidente di Arexpo ed ex rettore del Politecnico Giovanni Azzone, da sei anni alla guida della società che gestisce lo sviluppo di Mind, l’ex area Expo. I malumori sul terzo mandato nelle controllate, però, non mancano, né nell’opposizione né nella maggioranza. Il presidente della commissione Partecipate, il forzista Marco Bestetti, protesta: "Le partecipate non devono diventare monarchie assolute. L’attuale limite di due mandati consecutivi mi sembra più che adeguato, mentre estenderlo a tre significa far rimanere le stesse persone sulla stessa poltrona per ben nove anni, un periodo decisamente eccessivo. Il periodico ricambio dei vertici aziendali è garanzia di nuovi modelli gestionali, di nuove visioni e prospettive per le società partecipate. Per legge, anche i sindaci, pur eletti dai cittadini, non possono restare in carica per più di due mandati. Non vedo perché si debba fare eccezioni per dei nominati".

Il consigliere del Pd Alessandro Giungi, intanto, afferma: "Aspetto di ascoltare in aula dall’assessore le ragioni politiche e amministrative che portano a questa proposta di variazione del Regolamento, in quanto credo che due mandati siano, in generale, il tempo giusto di durata dell’incarico". Due, non tre.

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