Motta Visconti, addio Paolo: gigante buono morto mentre lavorava

L’uomo di 63 anni è stato schiacciato dal camion guidato da un collega. Il coscritto fra Simone Poirè ha subito celebrato una messa in suo ricordo

Paolo Merlo

Paolo Merlo

Motta Visconti (Milano) - La tragica scia di sangue delle morti bianche sul lavoro stavolta tocca anche Motta Visconti, che piange Paolo Merlo, 63 anni, di professione abbattitore di piante. Giovedì è morto schiacciato da un camion in retromarcia mentre tagliava piante nel terreno di un privato a Mezzanino Po, in Oltrepò Pavese, appena dopo il ponte della Becca. L’incidente è avvenuto attorno alle 10 del mattino, e tramite la chat della Leva 1959 cui apparteneva, la tragica notizia si è diffusa quasi subito nel paese in cui Paolo Merlo aveva vissuto con i genitori e la sorella dalla più tenera infanzia e dove aveva frequentato sia le scuole elementari che le medie.

A Motta tutti lo conoscevano e benché da alcuni anni si fosse trasferito a Besate, i legami più forti e le amicizie più salde le manteneva proprio nel paese dov’era arrivato bambino. Così tra i primi ad apprendere del tragico incidente in cui ha perso la vita c’è stato il suo coscritto francescano frà Simone Poirè, al secolo Gianluigi, che ieri sera nella parrocchia di Pontelsa (Pisa) ha detto subito una messa di suffragio, e nell’omelia ha sottolineano l’amarezza di una morte sul lavoro come quella del suo amico d’infanzia Paolo.

La vittima lascia la moglie e l’amatissima figlia Micaela, 22 anni. Era un "gigante buono" Paolo Merlo, molto generoso e di cuore, ma la vita non era stata per niente generosa con lui. Figlio di un taglialegna in proprio, da giovane aveva intrapreso la stessa strada. Dopo un primo matrimonio naufragato senza figli, aveva incontrato la donna della sua vita, una dolcissima colombiana che l’ha reso padre.

Una ventina di anni fa era stato vittima di un altro incidente: era finito infatti con una gamba sotto in trattore. Dopo alcuni anni un altro incidente: la motosega con cui stava tagliando un albero gli era sfuggita di mano e gli aveva quasi tranciato di netto la stessa gamba stritolata anni prima sotto il trattore. In entrambi i casi, contro ogni aspettativa, se l’era miracolosamente cavata, riuscendo a rimettersi in piedi.

Stavolta, però, il destino non gli ha fatto sconti. Il collega che lo ha accidentalmente travolto è stato colto da malore quando si è reso conto di quanto avvenuto. Da tutti ben voluto e stimato, la notizia della sua morte ha sollevato un’ondata di sincero cordoglio tanto a Motta quanto a Besate, che attendono la data delle esequie per rendergli l’estremo saluto.

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